Sempre chiusi in casa, sempre in attesa di un via libera, sempre sospesi, ma con una certezza, stasera non andrà in onda Pechino Express, niente viaggi, niente Costantino della Gherardesca, niente autostop e caccia ad un alloggio. E così addio ai sogni e alle avventure davanti alla tv, la valigia virtuale non andrà sul rullo della fantasia, nessun volo verso nuove mete, non atterreremo insieme alle coppie in nessuna terra da scoprire.
La Rai che ci piace ci lascia orfani di un format che ha fatto viaggiare moltissimi spettatori. Sui social è girata con insistenza una petizione per chiedere le repliche delle stagioni precedenti, a distanza di una settimana Pechino Express è ancora protagonista di diversi post nostalgici e celebrativi. E allora il viaggio non è previsto neanche in tv, a casa, la stessa casa ormai da quasi due mesi, rispolverando le vecchie foto, i viaggi fatti e immaginando quelli da fare, iniziando un countdown immaginario e desiderando di ritrovarsi su un aereo verso una meta qualsiasi, o forse solo in un parco o in giro per una passeggiata.
Probabilmente dovremo ancora pazientare e cercare di farcene una ragione, siamo fortunati, siamo italiani, viviamo in uno dei più bei paesi del mondo, ma siamo anche un popolo di grandi viaggiatori. Grazie a Costantino, siamo stati teletrasportati in giro per il mondo, lui un novello Marco Polo, un trasgressivo Matteo Ricci e molti altri viaggiatori messi insieme, un mix di sottile ed arguta intelligenza che gli permette di essere ironico e schietto, una conduzione senza sconti per chi sbaglia senza compiacere i concorrenti, ma carica di simpatia e sincerità.
Stasera il divano non si solleverà come un tappeto volante, stasera tutti con i piedi a terra, magari sarà l’occasione per un viaggio tutto nostro senza tifare per lo spietato Enzo Miccio o per le giovanissime e agguerrite Collegiali, tutti privati dalle prove immunità e le scalate per il tappeto rosso di Pechino, niente risate con i Gladiatori, e nessuno ad ammirare la bellezza acqua e sapone delle Top.
Quanti di noi hanno bramato di essere anche solo per una tappa concorrenti, quanti di noi hanno pensato a tattiche e strategie per arrivare primi o preferire il secondo posto per non farsi nemici, quanti di noi hanno sognato di firmare il libro di Pechino? Mai come questa stagione il programma di Rai2 è stato ossigeno, una boccata d’aria, una valvola di sfogo, un surrogato di una libertà che di cui forse abbiamo abusato senza rendercene conto e senza apprezzarla. La finale del 14 aprile ha registrato un record con +110.000 Tweet con l’hashtag #pechinoexpress, programma più seguito sui social, inchiodati per l’ultima puntata a Seoul più di 3 milioni di spettatori con uno share dell’11,5%, secondi solo a Rai 1.
Ho sempre creduto che Pechino Express avesse non solo i numeri ma che fosse anche portatore di un messaggio, l’edizione 2020 è stata molto di più, rimarrà un’edizione indimenticabile, Cina, Thailandia, Corea del Sud adesso, proprio adesso, una coincidenza straordinaria, un chiaro messaggio per annullare le distanze e le diffidenze.
“Viaggiare e scoprire le altre culture – dichiara Costantino della Gherardesca – è un’esperienza che ci arricchisce profondamente. Io spero che, presto potremo tornare a farlo. In questo periodo difficile mi sono convinto ancora di più dell’importanza di vivere e conoscere il nostro pianeta nella sua complessità. I confini, i muri, le barriere hanno solo conseguenze che a lungo termine sono negative”. In attesa delle repliche, se verranno trasmesse, mi piace ricordare le parole di un grande italiano che scoprì il Nuovo Mondo “Non si può attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva”.
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