Già nel 1990 alcuni giornali scientifici e d’affari, pubblicati in Usa e UK, titolavano: “Gli assi dello sviluppo del futuro saranno: comunicazione, energia e genetica”. OK. Ne prendemmo nota. Oggi ripensando a quell’Oracolo ci viene in mente che, in massima parte la comunicazione è digitale e si fonda sui “bits”; l’energia nucleare, civile e militare, si fonda sugli “atomi” e la genetica – sia la biogenetica che il mondo OGM – sui “geni”.
Siamo quindi nel bel mezzo di 3 nuove mutazioni epocali, fondate su elementi “invisibili” a occhio nudo. Elementi invisibili, ma molto presenti, che intereagiscono tra loro sempre più:
Gran parte del Futuro dipende quindi dalla organizzazione, manipolazione, distribuzione e commercializzazione di un numero sterminato di 3 unità infinitamente piccole che possono assumere forme infinite, anche “nuove” e prima impensabili. Chi gestisce gli elementi base – ovvero un ristretto drappello di aziende multinazionali e di scienziati al loro servizio – orienta la visione e la costruzione di aree strategiche del Futuro.
I Governi e i Parlamenti ? Sembra che ormai si adeguino. I Militari ? Mi trema il mouse al solo pensiero delle loro visioni. E la Società Civile, che fa ? Intanto: è consapevole di se stessa? O pensa che Altri debbano rappresentare i suoi interessi ?
Noi ci stupiamo, e pensiamo sia un segno di profonda ignoranza, se qualcuno non sa cos’è un litro o un chilogrammo o un metro; cioè non conosce le unità di base che servono a misurare le “merci” sulle quali si è fondata l’economia visibile del Passato. Ci stupiamo un po’ meno se qualcuno non conosce bene altre unità di misura base quali il cavallo-vapore, il watt o il volt. Ma non ci stupiamo se qualcuno ha difficolta’ a capire o addirittura non sa cos’è un bit (o un byte), che per la civiltà dell’informazione riveste un’importanza equivalente alle più importanti unità di misura del passato. Non ci stupiamo se qualcuno non sa spiegarsi cos’è un atomo o un gene.
Io amo gli umanisti, ma molti, che si autodefiniscono “umanisti”, rifiutano a priori di fare i conti con la matematica, le scienze e la tecnologia, riducendo alla banalità – sempre più spesso – i loro interventi sull’eventuale futuro. Sarebbe invece utilissimo avere degli interventi qualificati e precisi, di carattere squisitamente umanistico ma sostenuti da conoscenze sulla tecnologia e sul vertiginoso cambiamento digitale, energetico e genetico.
Questo percorso, in tempi recenti, viene identificato con una parola: Transumanesimo. Fioriscono le pubblicazioni che trattano l’argomento. E il suo avvento, quale nuova fase epocale, si avvicina sempre più grazie al sostegno al 5 G, all’Intelligenza Artificiale, alla robotica, alla biogenetica, agli uteri arificiali, al “mind uploading” (che in definitiva sarebbe un “copia e incolla” di cervelli e memoria umana da un corpo fisico tradizionale a un corpo artificiale). Si realizzano in tal modo i vaticinii di Autori quali Huxley e Orwell e le visioni, che apparivano “remote e fantastiche”, proposte da Hollywood con grandi film quali Blade Runner, Terminator e Matrix.
L’uso e l’umanizzazione, o la disumanizzazione, della tecnologia sono, e saranno sempre più, temi cardine per il progresso culturale e materiale delle comunità future; è fondamentale dunque riflettere profondamente sugli effetti a breve e lungo termine prima che si manifestino le Distopie, ovvero distorsioni devastanti non solo nella Società ma anche all’interno delle famiglie e dei singoli Individui.
Fino a quando la riflessione non avverrà su larga scala però, il destino dell’umanità sarà nelle MANI INVISIBILI dei tecnocrati transumanisti. Mani invisibili che cominciano a gestire massicciamente altri aspetti invisibili e ignoti ai più, quali gli algoritmi, i cibi geneticamente modificati e le medicine e i trapianti di nuova generazione. Questa stagione della nostra Storia è caratterizzata (anche) da questi fenomeni.
E’ doloroso doverlo ricordare: la libertà, i diritti, l’eguaglianza sociale non sono DONI irreversibii, ma CONQUISTE stagionali che hanno bisogno di presenza e partecipazione per essere confermate nel tempo. E non bisogna neanche aspettarsi che le “rappresentanze ” svolgano sempre al meglio il ruolo che il Popolo ha conferito loro.
Insomma la questione non è più e solo sapersi muovere tra le pieghe delle norme e dei trattati internazionali (magari!) cercando di difendere il “buon senso antico”; bisogna studiare, essere aggiornati e non dimostrarsi nostalgici di stagioni passate perchè apparentemente meno complesse: naturali, più umane.
Le Elites politiche, finanziarie e militari annoverano al loro interno diversi soggetti sociopatici che per mantenere il Potere sono pronti a uccidere e/o a far uccidere e a far morire … sono pronti a usare (e così fanno) ogni nuova possibile scoperta e conoscenza, anche a discapito dei Popoli, se ciò appare loro favorevole e “profitable”. Quindi non meravigliamoci, non facciamoci travolgere dal senso di impotenza, e soprattutto non limitiamoci a commentare solo ciò che è “visibile”.
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” (William Shakespeare, La Tempesta, Atto IV)
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