Questa settimana ho deciso di fare un viaggio assieme a voi attorno al significato che i libri rivestono per le persone e di farlo attraverso frasi e pensieri di autori ed autrici più o meno celebri.
Per raccontarvi qualcosa di me, prendo a prestito una frase di Carlos Ruiz Zafón, una frase che mi riporta agli anni della mia infanzia e adolescenza: “Sono cresciuto in mezzo ai libri, facendomi amici invisibili tra le pagine polverose di cui ho ancora l’odore sulle mani.”
Secondo Marcel Proust “ogni lettore, quando legge, legge se stesso” e l’opera dello scrittore sarebbe quindi “soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.” Uno strumento di introspezione quindi.
Un pensiero simile a quello di Petrarca secondo il quale i libri, interrogati rispondono e alcuni “mi insegnano a conoscere me stesso” mentre altri “parlano e cantano per me” ed altri ancora “portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore.” Per Charles W. Eliot “i libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti e per Fernando Pessoa “i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante,” mentre “se vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell’angolo più oscuro del capitolo, c’è una frase scritta apposta per noi.” (Pietro Citati)
Chiaramente dipende anche dall’argomento del libro, ma in generale condivido quanto soleva dire Umberto Eco ovvero che la ricchezza di chi legge, anche se non ce ne si rende conto è che l’analfabeta (o chi, alfabeta, non legge) “è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade.” “Chi non legge”, diceva, “a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.”
Leggere per Sepulveda era come possedere un antidoto contro la vecchiaia o come fare un dialogo, ” una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati”, René Descartes
Leggere è anche un modo per stringere amicizia, Irving Stone diceva che “Non ci sono amicizie più rapide di quelle tra persone che amano gli stessi libri” I libri sono ponti ostinati: uniscono, creano legami. (Giuseppe Avigliano) “Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni”, Francis Scott Fitzgerald
Diceva Pasolini che leggere “è la cosa più bella che si possa fare in gioventù” generando una sensazione crescente di arricchimento fino a sentire “quell’esperienza speciale che è la cultura” e “quando penso a tutti i libri che mi restano ancora da leggere, ho la certezza di essere ancora felice.” (Jules Renard).
Leggere prima di andare a dormire fa bene alla salute, perché aiuta a ridurre in particolare il cortisolo, l’ormone dello stress, ora ci sono studi scientifici che lo dimostrano, ma già Vladimir Vladimirovič Nabokov diceva che “apere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita” e c’è chi non riesce a dormire se non circondato da libri (Jorge Louis Borges).
I libri ci permettono di sognare, di viaggiare con la fantasia, camminare a fianco ai personaggi, a parlarci o trasformatisi in vascelli veloci, portarci in terre lontane indistintamente dalle proprie ricchezze economiche (Emily Dickinson). Per rimanere in tema di viaggi e di tesori diceva Walt Disney che “ci sono più tesori in un libro che in tutti i covi dei pirati dell’Isola del Tesoro… e meglio di ogni altra cosa, puoi goderti queste ricchezze ogni giorno della tua vita.”
Per Fabrizio Caramagna un libro quando lo apriamo è come una mappa del tesoro che si trasforma in un forziere pieno di luce quando lo chiudiamo. È un modo di “entrare nel mondo attraverso un altro ingresso” ed il “Il buon lettore è come un viaggiatore curioso: ogni libro scelto rappresenta l’inizio di un viaggio dove poter esplorare nuovi mondi e arricchire la propria mente” (Emanuela Breda) ed in cui per Caramagna ” l’unico bagaglio che portiamo con noi è l’immaginazione. “
Ezra Pound considerava i libri un tesoro che letti una volta costituivano un fondamento per tutta la vita. Leonardo Sciascia invece li descriveva come degli oggetti che possono essere messi su un tavolo, osservati ma che nel momento in cui vengono aperti e si comincia a leggerli, diventano un mondo in cui muoversi con la mente o, per dirla con le parole di Marguerite Duras, leggere è un po’ come esplorare l’universo. Una casa senza libri, scrisse Marco Tullio Cicerone, è come una stanza senza finestre, le finestre sul mondo.
I libri possono essere i migliori compagni di viaggio: “parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla,” (Tiziano Terzani)
Secondo Pirandello “i libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole” e sembra fargli eco Michel Foucault secondo il quale “per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere.”
“Quanti uomini hanno datato l’inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro” Henry David Thoreau. È il libro a determinare una nuova era nelle nostre vite oppure scegliamo inconsciamente un libro che rappresenta questa nuova tappa? Ad ogni modo un libro, per usare un’espressione di Alessandro Baricco “è un viaggio per viandanti pazienti.”
Leggere libri non è l’unico modo di essere felici, ma sicuramente per Jorge Luis Borges “il libro è una delle possibilità di felicità” che gli uomini hanno perché i libri sono il cibo dell’anima, tanto da essere paragonati al pane a cassetta ancora caldo da Valentino Bompiani, con il “sapore fatto di parole, speranze, delusioni condivise giorno dopo giorno, lo si sente nella mano come un alimento.”
Vi è mai capitato di leggere un libro che vi è piaciuto talmente tanto che quando arrivate in fondo vorreste che non fosse già finito? Beh, siete in buona compagna. Diceva infatti Jane Austen che “Per quanto mi riguarda, se un libro è scritto bene, lo trovo sempre troppo breve.” I libri migliori sono quelli di cui si non si vuole girare le pagine per paura che finiscano ovvero quelli che ci lasciano senza fiato ed i cui autori vorremmo fossero nostri amici per la pelle o confidenti da poter chiamare al telefono ogni volta che ne avessimo voglia (J.D. Salinger). Ad ogni modo, a volte quando finiamo un libro ci possiamo sentire come se avessimo perso un amico (Paul Sweeney)
Un buon libro può lasciarci decisamente esausti al termine considerando le diverse vite vissute durante la lettura (William Styron). A volte un libro, e sono pochi, può cambiare la vita e quando succede è per sempre, “si aprono porte che non si immaginavano, si entra e non si torna più indietro” (Christian Bobin). Per Daniel Pennac “un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso.”
Non so se non ci sia “niente di più bello di un bel libro, nel mondo” (Joseph Joubert), ma di certo non sono molte. Ecco forse sì, leggere un bel libro seduti di fronte ad un bel panorama, una leggera brezza e il sole d’autunno o l’ombra di un albero o di un patio in estate, ecco quello forse è più bello del solo libro.
Calvino definiva Buon Lettore quella persona che aspetta le vacanze con impazienza avendo “rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino d’altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli.”
Non so se abbia ragione Michel Houellebecq, ovvero che “vivere senza leggere è pericoloso,” perché “ci si deve accontentare della vita,” ma sento che quando non riesco a leggere mi manca qualcosa.
Vi è mai capitato di “mischiare” i personaggi di romanzi che avete letto ed amato? Sappiate che “lo scaffale della libreria ha un buco nascosto attraverso il quale, ogni notte, i personaggi dei romanzi scappano e vanno a vivere storie mai vissute. Così può succedere che Anna Karenina si innamori di Florentino Ariza e D’Artagnan sfidi a duello Scrooge. Al mattino ciascuno torna nella sua pagina e nessuno si accorge di nulla” o interrogarsi su cosa farà Anna Karenina oppure quale alibi starà costruendo Zeno Cosini o cosa stia meditando Raskolnikov (Fabrizio Caramagna) o altri personaggi che ci sono rimasti nel cuore.
Per Rinalo Sidoli “l’anima di un individuo risiede nei libri che legge,” mentre per Stephen King “quando stai male, quando ti senti sopraffatto, quando sei certo che non ce la farai, apri un libro e leggilo tutto. E se ancora non stai meglio prendine un altro e ricomincia.” La pensavano più o meno allo stesso modo gli antichi greci tanto che sulla porta della biblioteca di Tebe era scritto che i libri sono la medicina dell’anima.
A ancora, i libri possono essere una difesa che mettiamo “avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri (Italo Calvino)”
“Se accanto alla biblioteca avrai l’orto, nulla ti manca” scriveva Cicerone. “Quando mi sento male, non vado in farmacia, ma nella mia libreria.” (Philippe Dijan) Una città senza libreria è un luogo senza cuore. (Gabrielle Zevin) Una libreria non è solo un negozio, è un richiamo per i silenziosi e i sognatori, un luogo segreto e incantato nel quale possiamo sparire e tornare in un altro secolo e raggiungere un’altra dimensione (Fabrizio Caramagna).”
“Una libreria non è solo un negozio, è un richiamo per i silenziosi e i sognatori, un luogo segreto e incantato nel quale possiamo sparire e tornare in un altro secolo e raggiungere un’altra dimensione.” (Fabrizio Caramagna) “la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità. “(Jean-Paul Sartre)
Per Inge Feltrinelli “i libri sono tutto. I libri sono la vita,” e seppur silenziosi, raccontano molte cose (Danilo Pennone) e consentono a volte anche di trovare la pace in un loro angolo (Tommaso da Kempis). Per Jesse Lee Bennett, invece, “i libri sono i compassi e cannocchiali e sestanti e mappe che altri uomini hanno preparato per aiutarci a navigare nei pericolosi mari della vita umana.”
Certi libri sono “fatti per essere usati più che letti” da cui rubare “quel tono di voce, perché ti suggeriscono una metafora, perché insegnano a formulare una risposta. Funzionali. Rari.” (Roberta Scorranese)
Ed il piacere della lettura da cosa dipende? Penso che per la maggior parte delle persone il piacere della lettura dipende in gran parte dalla comodità fisica che si ha quando si legge. A volte leggiamo in poltrona oppure a letto, altre volte in metropolitana, alla scrivania o in autobus. E’ questa l’esperienza di Alberto Manguel che trova che “che i libri letti in treno partecipino della qualità di quelli letti in poltrona, forse perché in entrambi i casi posso facilmente astrarmi da quanto mi circonda.” Anche le circostanze “in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso” secondo Nick Hornby.
Un libro può essere l’amico più leale che ci sia, diceva Ernest Hemingway, oppure un “compagno che ci fa passare dei momenti felici.” (Giacomo Leopardi) Ad ogni modo i libri ci tengono compagnia e non ci abbandonano mai, sia piuttosto noi che li abbandoniamo, di tanto in tano, magari li tradiamo qualche volta, ma loro invece non ci voltano mai le spalle e con grande umiltà e nel silenzio, ci aspettano sullo scaffale (Amos Oz).
Avete mai la sensazione che sia stato il libro che avete appena preso in libreria ad aver scelto voi? Beh, non siete i soli, anche Robert Sabatier lo pensava. “Come fanno certi libri a restare così tranquilli, dopo aver rapito l’anima del lettore.” (Fabrizio Caramagna)
Un libro è l’unico posto nel quale puoi esaminare il più fragile dei pensieri senza romperlo, o esplorare un’idea esplosiva senza la paura che ti scoppi in faccia. E’ uno dei pochi paradisi dove la mente dell’uomo può trovare allo stesso tempo provocazione e privacy. (Edward P. Morgan)
I libri ci conducono nelle loro anime e ci aprono di fronte a noi i nostri segreti. (William Hazlitt)
Leggere ad ogni modo aiuta a creare un pensiero critico e quindi indipendenza. Gianni Rodari voleva che tutti leggessero affinché nessuno fosse più schiavo. Un bambino che legge sarà un adulto che pensa. (Anonimo) Parafrasando una frase di Bell Hooks, una delle istituzioni più sovversive è la biblioteca pubblica. Per Tahar Ben Jelloun “una biblioteca è una stanza di amici,” mentre per Marguerite Yourcenar “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.”
Un libro può essere uno strumento di cambiamento molto potente e con esso chi lo legge e chi lo scrive: Per Malala Yousafzai “un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.” Non per niente i regimi dittatoriali o oscurantisti hanno paura dei libri. E quando arrivano a bruciare i libri, scrisse Heinrich Heine, “finiscono per bruciare anche gli uomini.”
Secondo un antico proverbio arabo, un libro è un giardino che puoi custodire in tasca e questo mi riporta alla mente una frase di Susanna Tamaro che mi piace molto: “leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.”
Non importa quanti libri si leggano, per Umberto Eco le persone possono essere colte “sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai.”
Avete mai provato, leggendo un libro, “uno strano zelo evangelico che ti convince che il mondo frantumato che ti circonda non potrà mai ricomporsi a meno che, o fino a quando, tutti gli esseri umani non avranno letto quel libro. E poi ci sono libri di cui non puoi parlare con l’altra gente, libri così speciali e rari e tuoi che sbandierare il tuo amore per loro sembrerebbe un tradimento.” Siete in buona compagnia con John Green.
Che si legga per ricordare o che si legga per dimenticare ((William Lyon Phelps), o per legittima difesa, frase celebre di Woody Allen, oppure per sognare o per aggiornarsi, che si legga un libro di carta o un ebook, l’importante è leggere. Anche se personalmente trovo molto poetica e a me vicina questa frase di Fabrizio Caramagna: “in un libro ci sono cose che in un ebook non ci saranno mai. Risa scritte a matita, fiori secchi tra le pagine, biglietti del treno dimenticati, orecchiette sui bordi consumati, righe inumidite dalle lacrime, odore di tempo e di carta, e quei solchi spessi sotto certe parole che, a guardarli bene, non sono sottolineature, ma graffi della nostra anima.”.
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