Abitazioni abbandonate, risse da bar invocando slogan politici di altri tempi, grilli urlanti da piazza che si ergono a favore dei diritti di qualcuno che l’ultima volta non è andato neanche a votare. Questo è lo scenario a cui assistiamo se passeggiamo lungo il Viale della Politica, uno dei tre Viali che sfocia in Piazza XXXII Maggio, il Piazzale delle Generazioni Unite.
Non perchè io abbia qualche piccolo Schopenhauer in me o mi diverta a dipingere un ritratto pessimista della nostra realtà. Al contrario, mi piace affrontare i problemi di petto e finchè continuiamo a nascondere che il quadro attuale è questo non ritroveremo mai una Politica autentica verso il bene comune.
Ripeto l’avviso ai naviganti, per chi si fosse perso gli altri numeri di questa Rubrica e di questo viaggio verso un mondo senza pregiudizio generazionale. Non provate a trovare sfumature di qualche corrente politica in queste parole perchè non le troverete, se le leggete è perchè appartengono a voi. Io scrivo perchè voglio essere parte del progresso, civile, culturale, politico, economico del Paese in cui sono nato.
Ma torniamo a noi. L’ultima volta vi ho chiaramente detto che siamo l’incarnazione più becera e blanda del “Divide et impera” romano. A cosa mi riferivo? A trovare un nemico esterno, una fazione per cui parteggiare, perchè se trovo un nemico e divento fazioso, perdo lucidità, perdo lo scopo della politica. E vi ho lasciato con una domanda:”Lo scopo della nostra politica qual è?“
Non credo riusciremo a rispondere completamente neanche questa settimana ma voglio darvi un’altra prospettiva per poterci ragionare.
Mi piacerebbe lasciar riposare Platone, Aristotele, Polibio e tanti altri Mentori che hanno messo i pilastri fondanti della Politica in senso ampio.
Ma oggi voglio citare un sociologo, Klaus Eder, che nel 2013 ha tracciato un’interpretazione molto interessante per il nostro viaggio.
Per Eder, ogni momento politico, ogni dinamica, ogni sua espressione ha dietro una stretta correlazione con il concetto di solidarietà e integrazione sociale. Tutti concetti che poi riprenderemo nel Viale della Cultura ma che in realtà impattano sulla nostra Politica.
Pensateci un attimo. Se la Politica fosse la struttura organizzativa che regola e protegge la nostra quotidianità, la Cultura è l’essenza umana di tale struttura. Può esistere un’organizzazione fatta solo di norme? E viceversa può esistere un’organizzazione fatta solo di persone?
Da una parte rischiamo di sovraffollare la nostra quotidianità di regole, slogan, battaglie politiche che perdono di vista il fine ultimo collettivo. Dall’altra rischieremmo di vivere su base individuale dove ognuno sceglie cosa è giusto e sbagliato, cosa bisogna o non bisogna fare, senza che il fine ultimo consideri la collettività.
E’ per questo che non hanno senso le lotte politiche di ora, le battaglie sensazionalistiche basate su scandali, manovre mediatiche e teatrini tra partiti. Perchè questa modalità rinforza una nostra modalità culturale di individualisti, di allenatori di calcio dal divano di casa, da Primi Ministri alle cene con gli amici ma raramente pronti a confrontarsi e co-creare nelle sedi e nelle modalità consentite.
Nell’individualità delle “chiacchiere da bar” giochiamo una Politica sterile. Solo ritrovando delle basi culturali forti e sane potremo ritrovare una Politica di senso comune.
Ci incontreremo qui, ogni lunedi, caro/a Guerriero/a, a raccontarci di come, il mondo che stiamo vivendo, non è una questione d’età. Ma di quale impatto vogliamo dargli.
Stop Whining, Start Playing.
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