Ne parleremo per qualche numero di questa rubrica.
Ti avviso subito, stiamo entrando in un territorio impervio.
Abbandona qualsiasi tentativo di capire per chi ho votato l’ultima volta che abbiamo votato o se sono a favore o contro di qualche alfiere della attuale politica italiana perchè non ci riuscirai.
In realtà il cancro della nostra politica è proprio questo: il fazionismo.
Siamo caduti nella trappola dei più grandi marketer del mondo.
Siamo diventati il banale, e anche abbastanza scialbo, risultato del “Divide et impera” dei nostri antichi romani.
Cosa accomuna marketer, politici e impero romano? La ricerca costante di un nemico, un nemico che a volte non esiste e viene inventato ad hoc per farci credere che la battaglia in cui dovremmo credere è giusta. Un nemico che viene dipinto come “diverso” da noi.
“Diversi, diversi ovunque, fate attenzione!” gridano gli alfieri della politica attuale.
C’è un diverso per ogni gusto: diversi per il colore della pelle, diversi per le ideologie politiche/religiose/culturali, diversi per classe sociale, diversi per orientamento sessuale, diversi per gli interessi che difendono, diversi per i crimini che hanno commesso più o meno velatamente.
E qui entra in campo la più grande magia della nostra attuale politica: se siamo riusciti a credere alla menzogna che il diverso va combattuto ed è un nemico pericoloso, questo comporta, intrinsicamente, che noi del nemico “diverso” dobbiamo avere paura; e se ho paura, ho bisogno di qualcuno che sia il mio paladino, il mio supereroe che mi aiuti a combatterlo e sconfiggerlo.
Non fare l’errore di pensare che io sia un complottista, un credente in un qualche sistema d’ordine superiore che ci vuole tutti schiavi. Sto parlando di banali e ormai conosciuti meccanismi di psicologia umana.
La narrativa del diverso è il cancro della nostra politica. Non perchè non funzioni, ma perchè è il pilastro portante di una politica d’interesse e non comunitaria o liberale (nel vero senso del termine).
Una politica d’interesse non è mai giusta, non è mai in ascolto di quello che ci succede ma è tesa a quello che vuole realizzare per suo tornaconto.
E sai qual è l’aspetto più desolante del Viale della Politica in cui sei entrato? Che ciò che ha permesso al cancro di nascere e crescere in maniera cosi preponderante è la nostra decandenza morale e culturale. Ci siamo fatti appiattire dalla tecnologia, dalla tekne, dall’innovazione. Abbiamo ceduto il passo ad uno strapotere di quello che facciamo rispetto a quello che siamo. Dietro un “diverso” c’è una persona. Un essere umano. Ce lo ricordiamo?
No, ci siamo cosi tanto divisi e intimoriti che le persone, ormai deluse, disilluse, stanche di prese in giro, non ci vogliono più vivere nel Viale della Politica, non gliene importa nulla, si sono abituati a fregarsene di quello che succede li perchè sanno che non riguarda veramente la res pubblica, “la cosa comune”. Riguarda il potere, l’interesse. Ma il potere non potrà mai essere il fine di una politica retta ma solo il mezzo.
E allora andatelo a spiegare voi a Platone quando per primo definì il concetto di Repubblica, ad Aristotele quando descrisse l’importanza dell’etica e della giustizia in un sistema politico, a Polibio e la sua forma di governo mista. Andateci voi a spiegare loro che noi siamo qui con questo Viale della Politica desolato e ormai senza alcun tipo di fine comune o etico.
Ci incontreremo qui, ogni lunedi, caro/a Guerriero/a, a raccontarci di come, il mondo che stiamo vivendo, non è una questione d’età. Ma di quale impatto vogliamo dargli.
Stop Whining, Start Playing.
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