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Habemus App: Immuni. Ma fate caso ai dettagli…

Arcuri, il commissario per l’emergenza pandemica, ha scelto “Immuni” come App che dovrà tracciare i contatti con i positivi al covid19. “Immuni” ha un bel naming, accattivante, convincente. Tutti vogliamo essere Immuni. Non è un caso, vedremo perchè.


Bending Spoons è una bella software house milanese di successo dedicata allo sviluppo di App; fatturato robusto nel 2018, 45.5 milioni, raddoppiato nel 2019. Bravi. Ma non basta. Sono anche buoni.
L’App però non è solo software, è anche contenuto e, in questo, l’alleanza con il Centro Medico Santagostino deve aver dato ottimi frutti, ma attenzione, Santagostino a dispetto del nome carpito ad uno dei padri della Chiesa, non è di proprietà ecclesiastica o pubblica; fondato nel 2004 da Oltre Venture, Fondo d’Investimento milanese, dal 2020 – cioè, visto che siamo ad aprile, da subito prima o da subito dopo l’emergenza pandemica – vede l’ingresso come socio di maggioranza il Fondo L-GAM, “società d’investimento partecipata dalla famiglia regnante del Liechtenstein e da altre importanti famiglie imprenditoriali europee, americane e asiatiche”.

Dobbiamo quindi prendere atto che nel panorama delle eccellenze della ricerca italiana nessuno sia stato in grado di competere per la creazione dell’App fortemente voluta dal governo e commissionata da Arcuri. Commissionata però non è il termine giusto.
Lo dicevo prima; a Bending Spoons non sono solo bravi, ma sono anche buoni ed il Corriere tiene a informarci che “L’amministratore delegato del gruppo milanese, Luca Ferrari, ha ricordato che la Presidenza del Consiglio dei Ministri è il licenziatario dell’uso della app «Immuni» e che Bending Spoons agisce completamente in modo gratuito, finanziando autonomamente i propri costi e non ricevendo alcun corrispettivo per il suo impegno”.

Insieme a loro sono buoni anche al Centro Medico Santagostino che dobbiamo desumere, nonostante risponda a una proprietà finanziaria che normalmente è portata ad adottare stringenti logiche di profittabilità, agisca per amor di Patria.

Le carte però sono sempre tre

Il Corriere ci informa che Immuni nasce con la collaborazione di un terzo soggetto, la società di marketing, sempre milanese, Jakala. Fanno marketing, qualcuno potrà pensare che il bel nome dell’App provenga da loro; potrebbe, non lo sappiamo, ma se anche fosse un bel nome non fa primavera e non argomenta a sufficienza la loro partecipazione.
Marketing è un termine ampio, usato ed abusato.
Questa volta no.
Anche Jakala è una bella storia; nasce nel 2000 e capisce il futuro perchè “combina marketing e tecnologia applicati al mondo dell’engagement, della fidelizzazione e dell’incentive” e, al passo con i tempi, oggi Jakala è una Data Driven Company; “Supportiamo i nostri clienti nell’analisi e arricchimento dei dati al fine di generare insight utili al miglioramento delle performance aziendali”, così dicono di loro.
Dati.

Il cerchio si chiude

Monitorare significa incrociare abitudini, comportamenti, tendenze, frequentazione di luoghi, orari di frequentazione e trasformarli in dati, milioni di dati.
Il Data Mining è l’attività economicamente più rilevante di questo inizio secolo.
Monitorare i comportamenti di milioni di italiani significa disporre gratuitamente, senza neache il piccolo premio che le campagne di incentivazione e fidelizzazione riconoscono agli ignari clienti, di milioni di dati leggibili, interpretabili e vendibili.
Dicono che l’App non associ nomi e cognomi.
Vogliamo credergli.
Ma l’importante non è sapere cosa fa Mario Rossi, l’importante è sapere cosa fanno milioni di Mario Rossi anonimi, sui quali disegnare persuasive politiche commerciali.
Commerciali, in questo caso, è ovviamente una pura speranza.
Tra i tanti concorrenti hanno giustamente scelto una compagine di benefattori: allo Stato non costa nulla. Ma noi pagheremo tutto.

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Marco Panella

Nato a Roma nel 1963, laureato in Scienze Politiche con indirizzo internazionale, si occupa di comunicazione dal 1989 come imprenditore e consulente di aziende ed enti pubblici. Curatore di mostre e festival culturali, esperto di storia del costume italiano ed heritage communication, coniuga all’attività professionale interessi personali che spaziano dalla geopolitica all’etica dell’innovazione. Ha esordito nella narrativa con il romanzo nero Tutto in una notte, edito a settembre 2019 da Robin Edizioni.

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