È da qualche anno che mi propongo di vivere l’oggi, il momento presente, essere concentrata su quello che sto facendo qui ed ora, senza divagare.
Cioè, se sto spazzando il pavimento dovrei concentrarmi sui pelucchi che tentano di sfuggirmi, con pazienza recuperarli e accompagnarli verso la pattumiera.
Ma, in quel preciso momento mentre mi applico nell’operazione i maledetti svolazzano più e più volte, appena distolgo lo sguardo, fiuuu via! Svolazzano lontano dal mucchietto di polvere ordinato davanti la scopa… e lì iniziano le imprecazioni e comincio a parlarci:
“Dove credi di andare? Pensi che mi sfuggirai?”
Allora con le setole della scopa infilzo anche con un certo vigore il pelucco e via dentro la pattumiera!
Della soddisfazione che ne consegue ne vogliamo parlare? Da lì si apre un mondo e posso dire addio al qui ed ora… si perché a quel punto mi chiedo perché mi altero per cosi poco, se sono troppo impulsiva, forse sono un po’ troppo sanguigna, dovrei lavorare su questa parte di me, quella che vuole tutto e subito, che deve avere il controllo, della scopa, dei pelucchi e delle emozioni.
Forse dovrei coltivare la pazienza e l’attesa, forse dovrei evitare di pensare a quel che sarà domani per non farmi sfuggire il presente.
L’impulsività mi appartiene da sempre, ricordo alle elementari venne un dentista per farci vedere come praticare bene l’igiene orale, ci propose di fare un test e tra tanti io mi sbracciai talmente neanche dovessi essere scelta per il lancio sulla luna, no no, solo per fare un test, dico un test per la presenza o meno di placca nei denti.
Tra più di 20 bambini mi scelse e mi prestai a sta cosa.
Mi diede una pastiglia rosa da masticare senza deglutire, ora, a parte il sapore che neanche ricordo ma sta pasta molle in bocca faceva veramente schifo, ma guai a lamentarmi! Il dentista mi disse: “Ora Maria Grazia fai un bel sorriso e facci vedere i tuoi denti!!!”
Sorrido senza fare una piega e lui: “Vedete questa parte più rosa? Quella è tutta placca!!!”
Poi aggiunse: “Cos’hai per merenda?” Ed io: “Un Mars”
“Un Mars??? Beh non è la cosa migliore” e giù risatine.
Tutti i miei compagni si erano avvicinati e guardavano schifati i miei denti, tra risatine e battutte… manco ci fosse della merda… Ora io potrei dirvi come mi sono sentita, avvilita, derisa ma soprattutto mi odiavo! Perché cazzo avevo alzato la mano!!! Andai al cestino e buttai il mio Mars… ancora ci penso!!!
È così, sempre, ogni volta che prendo decisioni d’impulso senza pensarci su manco un secondo!!! Il problema è quella cosa che mi ronza sempre in testa:
“Vivi come se dovessi morire domani!!!”
Ed io lo faccio, quasi sempre, poi non muoio e restano le minchiate che faccio… tipo il mio Mars nel cestino.
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
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