Il lungo periodo di lockdown appena trascorso e l’aver dovuto vivere quasi da “prigionieri” nelle nostre abitazioni ha fornito un’inaspettata occasione di rivedere le nostre priorità di vita e ha fatto nascere in molti di noi un forte desiderio di ristabilire un contatto più intimo con la natura, alla riscoperta delle sue tante meraviglie e del suo potere rigenerante per l’anima ed il corpo.
In quest’ottica di apertura e riscoperta si può trarre una coinvolgente ispirazione dal romanzo “La parete” della scrittrice austriaca Marlen Haushofer (1920-1970) che nelle sue opere ha spesso trattato in prospettiva femminile i temi oggi molto vividi dell’isolamento, della prigionia fisica e mentale e del conflitto verso le norme costituite. Questo racconto in particolare, a quasi sessant’anni dalla sua stesura, continua a trasmettere un messaggio di fortissima attualità, esortandoci a riflettere sui nostri stili di vita e sulle nostre scale di valori spesso legati molto più all’avere che non all’essere.
Il racconto, scritto in maniera semplice e diretta, coinvolge il lettore dalle prime righe e lo trascina velocemente fino all’ epilogo, lasciandolo con il solo rammarico di dover dire addio alla protagonista di cui non conoscerà mai il nome.
Scopriamo insieme qualcosa in più di questa storia avvincente e originale…
Una vedova quarantenne, madre di due figlie ormai adulte, accetta l’invito di due cugini a trascorrere in compagnia qualche giorno presso il loro chalet di caccia, sulle montagne austriache.
La mattina seguente al suo arrivo la donna si accorge però di essere rimasta sola nella casa, visto che la coppia di cugini, uscita per una passeggiata in paese, non ha più fatto ritorno.
Uscita per cercarli in compagnia del cane Lince, la protagonista scopre che intorno all’abitazione si è misteriosamente innalzata una parete invisibile che le impedisce di proseguire il cammino e che la imprigiona in mezzo ai boschi. Con sconcerto la donna si rende inoltre conto che tutte le persone che riesce a intravedere oltre la barriera danno l’impressione di essere cadute in una sorta di sonno misterioso.
Sembrerebbe che lei sia l’unico essere umano sopravvissuto, ma sarà davvero così? Cosa è accaduto? È scoppiata una guerra? È stata utilizzata un’arma misteriosa? Tutto questo è il risultato di un folle esperimento?
Al di là delle domande che la protagonista può porsi, inizierà comunque per lei una nuova vita in cui dovrà imparare a sopravvivere in mezzo alla natura con pochi mezzi a sua disposizione ed in sola compagnia del fidato cane Lince, a cui si aggiungeranno via via una scontrosa gatta con i suoi gattini, la dolce mucca Bella e il suo vitellino Toro per formare una sorta di atipica famiglia con un proprio modo di esprimersi fatta di sguardi, carezze, e cura reciproca. Ogni componente di questa nuova famiglia imparerà a rispettare e ad amare la diversa personalità degli altri e anche grazie all’amore, dato e ricevuto da questi compagni di avventura, la nostra protagonista riuscirà a trovare in sé stessa la forza di combattere per la propria e la loro sopravvivenza.
La protagonista, nel suo totale e forzato isolamento dal mondo, si troverà ad intraprendere un doloroso viaggio dentro sé stessa che la porterà a rivedere, con occhi diversi, il suo intero passato come persona, madre e individuo all’interno della società. Un passato in cui, seppure in forma diversa, era ugualmente prigioniera, e dove i rapporti, anche con le persone più amate, erano da tempo freddi e distanti come se un’altra barriera invisibile fosse già stata innalzata nella sua vita. Nell’arco della storia ci si domanda, spesso, se questa parete sia reale o frutto della mente della nostra eroina, decisa, a lasciare fuori il mondo civile, con i suoi abitanti, per vivere in mezzo alla natura, con le sue regole, talvolta crudeli, ma più giuste di quelle degli uomini.
Tra le molte tematiche affrontate nell’opera, di sicuro emerge con forza il messaggio dell’autrice riguardo all’importanza di vivere in armonia con la natura come chiave per ritornare a essere autentici con noi stessi e con gli altri, oltre che per imparare a instaurare rapporti basati sul rispetto e sul bene comune.
La natura, con le sue continue trasformazioni, ci insegna come reagire alle prove difficili della vita adattandoci ai cambiamenti e facendoci rallentare o aspettare quando serve…per quanto sia lungo e freddo l’inverno, tornerà sempre la primavera.
Vi lascio con una splendida frase di Henry David Thoreau
“Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”.
“La Parete”
di: Marlen Haushofer
Edizioni: e/o
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