Con molto piacere sono tornato ad intervistare Antonietta Menegatti, in arte Edea, con la quale avevo già avuto il piacere di conversare qualche anno fa, in occasione dell’uscita dell’ottimo album “Dall’Africa”.
Come raccontavo nella precedente intervista, Edea nel 2008 vinceva Sanremo Lab, ma la sua carriera è iniziata molto tempo prima.
Occupandomi di sviluppo del potenziale umano ed essendo appassionato di musica, ho trovato molto interessante la sua storia, ho cercato di estrarne i valori e il percorso.
Una vita ricca di cambiamenti, ma attualmente vivi ancora in Abruzzo?
Si, vivo sempre a Teramo! Anche se viaggio spesso per lavoro.
E’ passato qualche anno dal nostro ultimo incontro e dall’album “Dall’Africa”. C’è qualcosa che è cambiato, in particolare, nel tuo percorso?
Ci sono stati tanti cambiamenti. Il disco “Dall’Africa”, seppur ritenuto da molti un ottimo lavoro, non ha avuto i riscontri attesi. Ecco allora che ho sentito l’esigenza di un cambiamento, per sperimentare altri stili e avere anche nuovi interlocutori dal punto di vista del management.
Qual è la maggiore consapevolezza personale che hai oggi?
La consapevolezza che posso sostenere dei cambiamenti ulteriori, sono riuscita a tornare indietro sul mio modo di cantare, un cambiamento di stile non è semplice per un’artista ma io ora sono piu’ sicura.
Quello che mi ha sostenuto è quello di voler mantenere una mia identità, essere sempre me stessa pur avendo… una veste diversa.
Qual è la situazione della musica in Italia oggi, a tuo parere?
La trovo critica, in un certo senso. Devi fare cose che “acchiappano” subito, nel breve. Rispetto anche all’estero, in Italia c’è un focus sul breve termine, ma non è cosi’ che si costruisce una carriera di un’artista vero.
Come fai a coniugare le esigenze di mercato con un progetto di ampio respiro?
Il fatto che mi conforta è continuare a credere nella musica e nelle mie qualità, canto da 20 anni oramai.
Cos’è importante per te?
L’apprezzamento del pubblico, c’è sempre stato qualcuno, in questi anni, che magari incontri per strada e a cui è piaciuta una tua canzone, un tuo lavoro. Ricordo che una volta mi ha riconosciuto un casellante dell’autostrada, è stato davvero divertente!
E’ importante esprimere se stessi nella musica?
Tantissimo. Vorrei che la gente anche se nota dei cambiamenti dello stile, mi riconosca: sono sempre io. Spero che arrivi lo sforzo per restare autentici.
Come fai a restare te stessa, viste le premesse sul mondo discografico italiano?
Infatti è difficilissimo, molti colleghi mollano. È importante coniugare l’esigenza di mercato ma mantenendo quello che sei. Ci vuole molta pazienza, ma cerco sempre di arrivare ad un accordo. Lavoro con persone che hanno un approccio collaborativo come il mio e insieme cerchiamo di arrivare al mio approccio ideale.
Per esempio il nuovo singolo (Luna e Marte) era nato senza quel tipo di arrangiamenti che adesso ha, pensa che ci abbiamo lavorato quasi un anno!
Quali sono le principali differenze rispetto a “Dall’Africa”?
Molte. Il
nuovo progetto è piu’ radiofonico, l’altro era di nicchia, in questo caso è un
genere solo.
Io lo definisco Pop Rock. L’altro progetto metteva in evidenza la mia origine
italo-africana. Questo nuovo disco parlerà di amore, di amore libero e spontaneo.
Cosa c’è di te in questo nuovo lavoro?
La voglia di essere anch’io piu’ libera. Non necessariamente devo legarmi ad uno stile, io dico che sono rientrata alla mia “normalità radiofonica”.
Il nuovo singolo recita “Tra poco si parte… arrivo previsto tra Luna e Marte”.
Si sono in mezzo tra la Luna e Marte.
Dalla Luna sono partita già tempo fa, ed il mio Marte è un luogo dove tante persone mi stanno aspettando e dove presto arriverò con il mio modo autentico di essere e di cantare.
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