La cronaca spesso racconta storie ordinarie di donne straordinarie. E’ il caso di Marilou Reyes, una signora filippina di 54 anni precipitata nel vuoto mentre puliva i vetri in un palazzo d’epoca nel centro di Milano l’antivigilia di Ferragosto.
Donna, madre e lavoratrice Marilou ha perso la vita in un attimo, senza poter riabbracciare la sua vera ragione di vita: i suoi figli. Una storia di sacrifici e rinunce, di un’esistenza dedicata alla famiglia in una società gretta in cui i valori, purtroppo anche quello della maternità, sono spesso ormai assopiti.
Madre! Marilou Reyes aveva deciso di essere prima di tutto una madre amorevole ed era arrivata in Italia proprio per poter guadagnare i soldi necessari a pagare la migliore istruzione per i figli. Impiegata nell’area manager per l’American Packing Industires nel suo Paese d’origine e prima ancora manager in un’azienda per l’energia elettrica, Marilou in Italia ha rinunciato alla sua professionalità e ai suoi sogni per iniziare una meno agiata vita da colf. Sola, con il cuore colmo di nostalgia e spaventata dal pensiero di non poter fare abbastanza per i suoi figli, Marilou si è spostata da una città all’altra del Nord Italia, inquieta e dilaniata dalla mancanza della sua famiglia, fino ad arrivare nel capoluogo lombardo, dove è stata accolta e cullata dalla comunità filippina.
Anche da migliaia di chilometri di distanza Mamma Marilou seguiva i progressi dei suoi figli, nella vita e nello studio, spediva a casa quanto guadagnava ogni mese in modo che i ragazzi potessero pagare le migliori scuole. Un viso dolce, un sorriso a metà e tanto amore nel cuore, la donna era da poco diventata nonna, ma era ancora a sua volta una figlia. Un angelo del focolare, una di quelle persone che tengono ancora viva la speranza di redenzione di una società sull’orlo del fallimento, disposta a sfoderare la forza, il coraggio e lo spirito di sacrificio per quello per cui vale veramente la pena combattere.
La mamma, l’universo cosmico umano nel quale trovare ogni sorta di emozione, dalla più primitiva alla più complessa; il nutrimento, per il corpo e per l’anima; il confronto, il conforto, il ricordo dell’infanzia, il rifugio dalla paura. La signora Reyes aveva rinunciato ad essere mamma nel quotidiano per essere “Mamma”.
Doveva rientrare a Manila a novembre e tornerà, ma la guerriera ha deposto per sempre la sua armatura. Tante le persone che si sono mobilitate per aiutare i figli a riportare la salma della madre in terra filippina e si sono prodigato per permettere loro di proseguire gli studi.
La storia della Filippina racchiude anche una storia di accoglienza e inclusione, in un Paese in cui spesso si attribuisce il rifiuto dell’accoglienza alla poco etica insinuazione di “razzismo”, mentre spesso è solo nei confronti di politiche scellerate. Lasciare un segno indelebile del nostro breve passaggio su questo pianeta, questo dovrebbe essere il motore della nostra esistenza. Marilou ci è riuscita, ha dispensato amore, amicizia, coraggio e umiltà a coloro che l’hanno conosciuta, apprezzata e oggi ricordandola la faranno vivere per moltissimo tempo.
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