111 anni di celebrazione, di ricordi, di conquiste sociali, di battaglie economiche e politiche, discriminazioni e violenze. Oggi è l’8 marzo, la cosiddetta “Festa della Donna” o meglio la Giornata Internazionale della Donna.
Le sue origini risalgono al 28 febbraio 1908 quando migliaia di camiciaie Newyorkesi scioperarono rivendicando i loro diritti e migliori condizioni di lavoro. Altre teorie affiancano questa giornata al tragico incendio della fabbrica di Triangle a New York, dove il 25 marzo 1911 persero la vita più di 140 operaie.
Combattiamo tutti i giorni, da quando siamo bambine dobbiamo dimostrare di dover essere, di poter guadagnare, di dovercela fare senza restare un passo indietro.
Ancora oggi in India molte adolescenti sono sposate tramite matrimoni combinati. Più di 25 mila stupri sono stati condannati nell’ultimo anno. In alcune zone dell’Africa la mutilazione genitale è un orrore ancora presente. In Afghanistan i casi di violenza, soprattutto sessuale, sono all’ordine del giorno.
Non tutte nasciamo in paesi occidentali, emancipati, istruiti e in carriera, anche se dietro slogan futuristici e liberali si celano sempre le solite velate discriminazioni, pregiudizi per una gonna troppo stretta e rabbia per chi ancora non accetta che i pantaloni sono un capo unisex e in casa possono essere indossati da chiunque!
Ancora oggi, nel 2020, trovare una donna al potere è simbolo di una conquista, una battaglia vinta, sudata, non la normalità di un impiego ottenuto dopo un iter meritocratico.
Ancora oggi dobbiamo rispondere su cosa indossavamo dopo uno stupro, a come ci siamo poste per ricevere uno schiaffo, a ciò che volevamo alludere con un fare gentile.
Ancora oggi dobbiamo giustificarci se vogliamo essere donne, madri, lavoratrici indipendenti.
Ancora oggi siamo di fronte all’ignoranza, alla superficialità, al bullismo.
Insegnate ai vostri bambini la gentilezza, il rispetto, la galanteria, l’uguaglianza, perché i bambini di oggi saranno gli adulti di domani.
Ricordate alle ragazze che gli schiaffi, gli insulti, l’umiliazione non hanno nulla a che fare con l’ Amore, la dolcezza e la stima, sono le uniche lingue che egli conosce.
Lasciate sul vostro comodino questo libro : “Storie della buona notte per bambine ribelli“. Racconta la storia di 100 donne, da Serena Williams a Rita Levi Montalcini, da Frida Kahlo, a Michelle Obama, a Coco Chanel. Scienziate, pittrici, astronaute, musiciste, giudici, esempi di coraggio, determinazione, generosità, che insegnano a qualsiasi altra donna che l’ostacolo si può e si deve superare, che il preconcetto è ignoranza e va combattuta non assecondata.
Fiorenza de Bernardi, fu la prima donna in Italia a svolgere la professione di pilota di linea. Ottenne il suo primo brevetto nel 1951, si tuffò in un mondo di machismo che ancora oggi considera quel ruolo “tutto al maschile”. Ha vinto la diffidenza dei colleghi guadagnandone la fiducia diventando un esempio per tutte le donne che hanno intrapreso la sua stessa carriera.
Oggi il mio augurio, il mio abbraccio più grande, va a tutte le Donne, ma soprattutto alle Mie Donne.
Alle mie colleghe che hanno indossato una divisa con professionalità ed eleganza, che hanno rinunciato alle loro famiglie, ai loro cari per volare lontano dall’altra parte del mondo, che hanno sempre amato il loro lavoro con passione e dedizione, che hanno sorriso fino all’ultimo giorno, fino a quando un pomeriggio la loro vita è stata stravolta, le loro sicurezze sono crollate, e nelle poche righe di una email con qualche imbarazzante ringraziamento sono, siamo, state liquidate.
A tutte noi fenici pronte a rinascere volevo dire : AUGURI DONNE, per oggi, per ieri e per domani…
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