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A Lina Wertmüller l’Oscar alla carriera

Lina Wertmüller riceverà quest’anno l’Oscar alla carriera. Lo ha annunciato l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences. La regista romana, 90 anni, prima donna a essere candidata agli Oscar come miglior regista con Pasqualino sette bellezze nel 1977, verrà insignita con uno dei massimi riconoscimenti cinematografici. Discendente da una nobile famiglia svizzera, figlia di Federico, giornalista costretto a diventare avvocato per le sue idee antifasciste, fu cacciata da undici scuole per cattiva condotta.

Trascinata da Miriam Mafai, s’infiammò alle manifestazioni politiche degli anni Quaranta. Al liceo Cicerone incontrò Flora Carabella, futura moglie di Marcello Mastroianni con cui s’iscrisse all’Accademia teatrale diretta da Pietro Scharoff. Fu aiuto regista di Fellini per Otto e mezzo, nel 1963 fece il suo esordio dietro la macchina da presa con I basilischi (premiato al Festival di Locarno), nel 1964 diresse per la tv il Giamburrasca con Rita Pavone. Poi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia: ovvero stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza (1973) ect.

Sull’abitudine di dare ai suoi film titoli lunghissimi: «I produttori volevano titoli brevi perché secondo loro funzionavano di più, e io invece glieli facevo lunghi. Per uno scherzo quasi ottocentesco; mi divertiva che non se li ricordassero tutti». Dopo una serie di film di non grande risonanza nel 1990 diresse Sabato, domenica e lunedì, con Sophia Loren, che ottenne un grande successo. Poi Io speriamo che me la cavo (1992). Vista da ultimo nel 2013, in un cameo per il film Benvenuto Presidente con Claudio Bisio. Vedova del pittore, scenografo e scrittore Enrico Job (1934-2008), una figlia, Maria Zulima.

A Lina Wertmüller l’Oscar alla carriera (newsstandhub.com)

A Lina Wertmüller l’Oscar alla carriera

Con lei riceveranno l’Oscar anche David Lynch, Wes Studi e Geena Davis. I quattro saranno presentati il 27 ottobre agli 11esimi Annual Governors Awards dell’Academy. Nel dare l’annuncio, l’Academy ha spiegato che i premiati «hanno trasformato l’industria del cinema».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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