Diario di una quarantena

Autodistruzione

Di Maria Carmela Motta

Non credo che per alcune persone i danni creati dal COVID, gli stessi che avrebbero dovuto farli riflettere, siano più forti del loro senso di autodistruzione. Sí, credo proprio questo, che il genere umano sia inesorabilmente attratto verso l’autodistruzione. Altrimenti, non mi spiego come sia possibile che alcune persone, pur conoscendo la storia, ad esempio, esaltino un possibile ritorno alla dittatura, che la vedano come unica alternativa di salvezza; forse lo fanno per ignoranza o forse perché semplicemente non sanno di cosa parlano.

La storia ci insegna che, in un modo o in un altro, l’umanità si è da sempre scagliata contro le piccole minoranze, a volte in nome di un Dio, altre in nome della patria e, ogni volta, comprendendo solo più tardi le brutte conseguenze che possono causare le guerre o il potere concentrato nelle mani di una singola persona, ci ripromettiamo che quegli orrori non ci saranno mai più. Molto sinceramente però mi spaventa il fatto che questo non accada; non tutti capiscono o voglio capire che quelli sono stati errori.

L’essere umano non impara mai, non cambierà mai, il suo egoismo è troppo forte. La sua voglia di sopraffare il mondo, la natura con i suoi “costrutti”. A parere mio, non cambierà neppure questa volta.
Neanche a causa di un virus che da un giorno all’altro ci ha tolto la libertà.
Ora, tutti pensano alla prima cosa da fare quando finalmente si potrà uscire, tutti pensano a come migliorare la propria vita, a come viverla tutti i giorni intensamente e, come loro, anche io.

Anche io cercherò di migliorare me stessa, le mie abitudini, e vorrei che oltre a migliorare me possa contribuire a migliorare anche il mondo in cui vivo, tuttavia, non credo che si potrà frenare l’indole egoista ed autodistruttiva dell’uomo

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