Cara Milano,
ti scrivo una lettera perché tu non ti senta sola, anche se mentre a Marzo eri deserta, oggi puoi farti barba e capelli, portare a lavare i tuoi panni sporchi in lavanderia, passeggiare o fare una corsa in solitaria.
Eri al top delle classifiche su i più autorevoli giornali nel mondo, come la città efficiente e piena di opportunità per chi arriva da ogni dove del pianeta. Perfino l’aria era cambiata meno smog, cigni riapparsi sui navigli, mobilità in sviluppo per un eco sistema migliore, preparazione alle Olimpiadi invernali del 2026; ricercata come sede per aziende in trasferimento da Londra causa Brexit, il mercato immobiliare era alle stelle sia per vendite, che affitti, progetti di recupero di edilizia, e i turisti mai visti così tanti!
Un vero attacco come a Risiko, ti ricordi le tante serate passate con gli amici e i carrarmatini colorati, chi li voleva rossi, chi gialli, chi arancioni. Io li volevo sempre neri. Ti toccano i rossi cara Milano, qualcuno ha conteggiato e questa è la scelta, posso dirti per consolarti che il rosso porta bene, che rappresenta la passione e tu ne hai tanta, rappresenta l’amore dei milanesi e di chi ti vive o ci abita da sempre.
In questi giorni ho sentito spesso dire la frase: “Milano ce la farà!” con l’orgoglio di chi ti ama e ti difende. Siamo provati e tristi e questa volta nessuno canta o suona, ma non molla. Chissà perché nei luoghi dove l’economia è così forte e ricca ci si ammala di più?
Sembra strano, si sa anche però che al virus piace il mare e le città d’arte. La cosa più intelligente sarebbe stata organizzare meglio tutto prima e senza tanti colori ma interventi per tutti, per sostenere i cittadini nelle case, per avere più barelle e più personale negli ospedali e meno banchi con le rotelle (inutili). Proteggere gli anziani non ghettizzarli, isolarli di nuovo o stabilire che dopo i settanta non sei abile!
Poi cara Milano, chi ti governa qualche errore l’ha fatto sicuro, però si sa il balletto dello scaricabarile è sempre di tendenza. Diciamo che le mancanze esistono, in una città famosa per l’efficienza, qualcuno mi dice che se si chiama l’ATS (agenzia tutela della salute) non risponde nessuno. Insomma si litiga per te e per le tue sorelle.
Altro che elezioni americane, brogli di voti per posta e stati, o una Cina nel pieno della ripresa economica, qui siamo, nel mezzo di una guerra a chi ha più carrarmati di scorta perché le riserve servono a resistere, solo che nessuno pensava più al Risiko e lo aveva riposto in soffitta o regalato, ma qui ci richiamano alle armi o meglio dire alla conquista.
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