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Caro Bettino, oggi sono arrabbiata, anche con te

Caro Bettino,

un anno fa ero ad Hammamet per ricordare, per ritrovare le mie radici, per dare il giusto tributo al mio segretario, all’amico di famiglia, al leader di partito.
Oggi sono in zona arancione, con libertà limitate e costretta dalla passione politica a vedere una diretta tv dal Senato, che sino ad adesso mi ha coinvolta solo con la presenza di Liliana Segre in aula, per portare il suo voto che conterà ed avrà un peso enorme per chi riuscirà a capirne il valore.

Lo spettacolo di questi giorni è vergognoso, inqualificabile, squallido. Nessuna logica politica, nessuna regola rispettata, assenza totale di senso dello Stato e delle Istituzioni, irresponsabilità ed egocentrismo. Di solito avrei scritto quanto mi manchi, e mi manchi davvero, lacrime e commozione ed invece oggi sono immensamente arrabbiata, arrabbiata anche con te.

Non ho cambiato idea, non sono cambiati i miei sentimenti, mi commuovo ancora ma sono anche così amareggiata perché tu come altri avete permesso che il Partito Socialista scomparisse, perché non ci avete difeso, noi giovani socialisti in erba siamo stati spazzati via senza aver potuto commettere nessun “reato”.

Avete ingaggiato una lotta personale, avete sdoganato una politica che lasciava estrema libertà a tutti, senza regole. E così l’Italia si è trovata nelle mani di giudici amanti dei primi piani e della popolarità mediatica, una giustizia che faceva spettacolo, un giornalismo che immediatamente cavalcando l’onda ha dimenticato casacche e appartenenze, ed un elettorato che ha deciso di non pensare ma di fare i girotondi.

La politica consegnata ad un imprenditore televisivo che ha sostituito i quadri e le classi dirigenti dei partiti con manager di finanziarie e televisioni, e poi a seguire il nulla sino ai vari VaffaDay.

Il socialismo all’improvviso era diventato una brutta cosa, innominabile, ma perché noi non siamo stati in grado di difenderlo? Non urlando contro Mani Pulite ma difendendolo sul territorio con le nostre azioni con la nostra voce. Il socialismo che oggi saluta una figura straordinaria e libera come Emanuele Macaluso, il socialismo che in Europa non ha mai pagato un prezzo così alto.

Caro Bettino, non sei andato via solo tu in esilio, sono scappati in molti, hanno preferito come si diceva nei vicoli di Hammamet l’anno scorso “sopravvivere”. Ma abbiamo iniziato a sbagliare prima perché il nostro elettorato non era fatto sempre di valori e ideali, ma anche di potentati e fama, è stata la politica socialista degli ultimi anni a cambiare l’elettorato.
Ma perché ti scrivo oggi perché io come molti non molleremo il nostro socialismo, non vogliamo arrenderci al pressapochismo, al dilettantismo, ai cambi di casacche, non ci piacevano allora e non ci piacciono oggi, socialisti sempre e non più disponibili a strizzare l’occhiolino a chi oggi avrebbe piacere a ridarci spazio, o purtroppo a chi ci offre uno sgabello o mezza poltrona.

Per ricostruire non dobbiamo commettere gli errori del passato e non dobbiamo fidarci di chi ci ha tradito già. Forse è arrivato il momento di superare i rancori, le cose non dette, di personalizzare la vicenda politica, il socialismo non è solo Craxi e non solo la fine con Mani Pulite, il socialismo esiste da più di un secolo e come disse Pietro Nenni “Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro“.

Con l’affetto di sempre.

Tiziana

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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