Tommaso Mazzetti di Pietralata
Il 23 agosto 2017 i carabinieri dei NAS hanno effettuato una serie di sequestri di uova sospette di contaminazione da Fipronil, l’insetticida vietato negli allevamenti di animali per il consumo umano. A Viterbo il sequestro ha riguardato 53mila uova per alimentazione umana più 32mila per alimentazione zootecnica, nonché 15mila galline; ad Ancona 6mila uova e un allevamento da 12 mila galline. Nei giorni seguenti sono stati trovati campioni positivi in Campania, nelle Marche e nel Lazio. Naturale che un caso di questa portata abbia riportato al centro del dibattito dell’opinione pubblica il tema della sicurezza alimentare.
Oggi la “Sicurezza Alimentare” è sicuramente considerata una priorità, anche al fine di contenere la spesa sanitaria che incide notevolmente sul bilancio di ciascuna nazione, e quindi rientra nel più ampio ambito della tutela della salute pubblica. Da tempo è stata avvertita pertanto l’esigenza di garantire tutta la filiera del cibo mediante una certificazione dell’origine e della storia della produzione, materia quest’ultima ormai molto complessa anche alla luce dello sviluppo di tecniche intensive di coltivazione e di allevamento, necessarie per soddisfare la costante crescita dei bisogni alimentari nel mondo.
In questa complessa situazione, caratterizzata pure dall’esigenza di ottenere uno sviluppo eco sostenibile della produzione alimentare intensiva, è necessario un controllo costante sul rispetto delle normative, di prevalente derivazione comunitaria, al fine di diminuire i fattori di rischio l’inquinamento chimico e biologico anche individuando quali alterazioni nutrizionali dei cibi siano tollerabili. Tale controllo è svolto dai Nuclei AntiSofistificazioni e Sanità operanti presso l’Arma dei Carabinieri, alla istituzione dei quali, caldeggiata dalla consapevolezza nel nostro paese dell’insidioso fenomeno delle sofisticazioni alimentari e dei correlati rischi per la collettività, si è pervenuti il 15 ottobre 1962 a seguito di accordi tra il Ministero della Sanità (oggi Ministero della Salute), il Ministero della Difesa e il Comando generale dell’Arma volti a realizzare l’obiettivo di “vigilare sulla disciplina igienica della produzione, commercializzazione e vendita di sostanze alimentari e bevande, a tutela della salute pubblica“.
Un’idea dell’entità del fenomeno delle frodi e sofisticazioni in campo alimentare emerge fin dal rapporto dei NAS relativo all’anno 2002, che riportava come nelle 27.042 ispezioni effettuate presso fabbriche, negozi e supermercati fossero state contestate 13.892 infrazioni, delle quali 2.856 con rilevanza penale: una percentuale di infrazioni quindi assai elevata, giacché riscontrate in più del 50% dei controlli, molte delle quali altresì, quasi il 25% penalmente perseguibili. La tipologia delle frodi individuate dai NAS in quel rapporto evidenzia come nessun settore ne risulti immune.
Per quanto riguarda le bevande, in un’azienda sono state trovate 729.000 confezioni di bibite scadute sulle quali era stata falsificata la data di scadenza: in un altro caso sono state sequestrate bottiglie di acqua minerale al cloro. Sofisticazioni significative riguardano anche i vini: ad esempio a Treviso un produttore di vini è stato denunciato in quanto, per velocizzare la fermentazione, addizionava il prodotto con anidride carbonica e tannino. Ma nemmeno l’olio si sottrae ad abusi, come testimoniano i casi di olio di semi etichettato come olio d’oliva.
Frodi sono state individuate anche nel commercio e produzione di carne e pesce.
Tra le frodi più gravi e particolarmente pericolose per la salute dei consumatori vi sono i casi di pesca di molluschi in zone altamente inquinate. Mentre, riguardo alle carni, sono stati individuati casi di bovini importati illegalmente, con capi affetti da malattie infettive appunto sfuggite ai prescritti controlli sanitari. Sofisticazioni ulteriori riguardano il latte e i suoi derivati, finanche negli alimenti destinati ai bambini, come nel caso in cui era stato commercializzato latte per neonati contenente proteine di soia geneticamente modificate. Nel settore non mancano episodi di caseifici che importano illegalmente prodotti dall’estero o che vendono formaggi “anonimi” come formaggi “doc”.
Nei primi anni di attività l’organico dei NAS era piuttosto esiguo, dal momento che consisteva in un Ufficiale Superiore, distaccato presso il Gabinetto dell’allora Ministero della Sanità, e da 40 sottufficiali dislocati nelle maggiori città italiane. Nel tempo, anche in relazione ai consistenti risultati conseguiti, la presenza sul territorio degli uomini dei NAS è progressivamente aumentata, tanto che il reparto, acquisita l’attuale denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ha assunto una nuova fisionomia organizzativa arrivando a disporre di più di mille unita di personale altamente specializzato. I NAS sono inseriti nei principali sistemi di allarme comunitari in materia di alimenti e di farmaci. La proiezione sovranazionale del reparto ha visto Carabinieri dei NAS guadagnarsi un ruolo di leadership negli ultimi anni fino a diventare punto di riferimento per i più importanti enti e istituzioni europei.
Si può con certezza ed una piccola dose di orgoglio affermare che i carabinieri dei NAS rappresentano un “unicum” nazionale ed europeo, come da ultimo ha ricordato l’attuale Ministro della Salute a commento del rinnovo del vertice dei NAS nel giugno 2017: “L’elevata vocazione specialistica e le profonde cognizioni tecniche che contraddistinguono questo reparto dell’Arma sono un grande valore aggiunto per la salute degli italiani e rappresentano uno dei migliori biglietti da visita per la sicurezza del nostro sistema sanitario“.
L’attività dei carabinieri dei NAS si svolge allo stato in due macroaree, poiché alla originaria “alimenti e bevande” si è aggiunta quella della “sanità pubblica”, che prevede ispezioni presso ospedali, case di cura private e strutture ricettive per anziani (anche non autosufficienti) funzionali alla repressione di illeciti in danno del Servizio Sanitario Nazionale; verifiche in materia di legittimo esercizio delle professioni e arti sanitarie; ispezioni tecniche presso “farmacovigilanza”, con una specifica azione di contrasto al traffico ed alla distribuzione illegale dei medicinali e alla loro contraffazione. Nella vigilanza su alimenti e bevande ricadono, oltre alle filiere produttive, anche i luoghi di vendita e somministrazione di cibi e bevande (bar, ristoranti, supermercati, mense aziendali).
I successi operativi ottenuti dai NAS, oltre ai ricordati riflessi positivi in termini di assai opportuno potenziamento di organico e strutture, sono stati coronati da numerosi riconoscimenti tra cui ben quattro medaglie d’oro al merito della sanità pubblica all’Arma dei Carabinieri e da ultimo, il 17 ottobre 2017, dal conferimento a Roma del premio “Amico del consumatore 2016“, riconoscimento che ogni anno il Codacons assegna ai soggetti che si sono distinti per l’impegno a favore dei cittadini, a riprova di quanto i consumatori siano sensibili al tema delle sofisticazioni e di come possa dirsi capillare e diffuso l’apprezzamento verso l’attività svolta da questo fondamentale reparto istituito per la funzione pubblica di vigilanza e controllo a tutela del bene fondamentale della salute.
A favorirne una positiva percezione nelle fasce giovanili della popolazione ha poi contribuito la trasposizione fumettistica compiuta da Topolino, notissimo settimanale per ragazzi, nella quale le medesime funzioni, questa volta naturalmente a tutela della salute dei paperopolesi, sono assegnate al corpo degli G.N.A.M. (Gruppo Nuovi Assaggiatori Municipali), in chiara allusione all’esperienza della quale si intende diffondere con leggerezza la conoscenza tra i giovanissimi.
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