Luca Andrea Marazzini, imprenditore milanese di 38 anni, e la sua compagna Vittoria Bortolazzo hanno chiamato la loro figlia di un anno e mezzo Blu e per questo sono stati convocati dalla Procura della Repubblica di Milano, che gli intima di rettificare l’atto di nascita. La magistratura si rifà all’articolo 35 del Dpr 396/2000 in base al quale «il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso» e Blu «non può ritenersi attribuibile in modo inequivoco a persona di sesso femminile» (così nella lettera di convocazione in Tribunale). In realtà in un caso recente la Procura di Milano ha rinunciato a chiedere la rettifica del nome Blu dato a un’altra bambina. Marazzini è deciso a resistere: «Nostra figlia ha ormai un anno e mezzo. Si chiama Blu. È Blu. Lo dicono i suoi occhi, del colore del mare. Lo dice il suo carattere, calmo e forte. Domani saremo di fronte a un giudice (oggi per chi legge – ndr), che deciderà se abbiamo ragione noi o il pubblico ministero».
Non sarà che Blu è un cognome poco usato?
«Non è vero. La figlia della cantante Beyoncé si chiama Blue. Da ieri, quando la nostra storia ha cominciato a circolare nel web, decine di persone ci hanno raccontato le loro storie. A Genova una bambina è stata chiamata Blu senza problemi. Sempre dalla Liguria ci hanno scritto di una Blu ventenne. E in Emilia Romagna le Blu sono numerose. A Milano è più dura. Una donna milanese ci ha detto che cinque anni fa un giudice la ha costretta ad aggiungere prima di Blu il nome Stella».
Come avete scelto il nome che ora la procura contesta?
«La nostra è stata una decisione profonda e ragionata. Io da bambino ogni Natale dicevo ai miei genitori quale era stato per quell’anno il mio colore preferito. Era sempre e immancabilmente il blu. Per la mia compagna quella tinta ha un valore quasi sacro.
Corrisponde al quinto chakra, che nella tradizione orientale rappresenta la purificazione. Appiccicarci prima “Maria” o “Renata” significherebbe stravolgere un nome e il suo bellissimo significato».
Avete altri figli?
«No, per ora solo Blu. Però ci piacerebbe farne altri. Se dovesse arrivare un maschietto, abbiamo già in mente di chiamarlo Aran».
Allora ve la andate a cercare.
«Certo, assona con arancione, che essendo composto da rosso e giallo è il colore contrario al blu. Ci abbiamo pensato. Ma è anche e soprattutto un nome ebraico, significa “montagna di forza”. Ci stiamo documentando in anticipo, per evitare altri incidenti all’anagrafe» [Vanni, Rep].
È diventato un caso il curriculum di Giuseppe Conte, il premier proposto da M5s e Lega. In particolare, stando alle ricerche del corrispondente dall’Italia del New York Times, Jason Horowitz, non risulta che Conte abbia mai «perfezionato e aggiornato i suoi studi» alla New York University, come scritto nel curriculum pubblicato sul sito della Camera. Horowitz ha contattato l’università americana, ricevendo la seguente risposta: «Una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà». C’è poi il caso dell’International Kultur Institut di Vienna, sempre citato da Conte, che tuttavia altro non sarebbe che una scuola di lingue, nulla a che fare con il diritto, insomma. Inoltre, Conte scrive di essere stato «designato» a far parte del Social Justice Group istituito presso l’Unione Europea. L’Unione Europea però non ha alcun organo che si chiama con questo nome. Secondo le verifiche del Post, è esistito piuttosto un collettivo di professori universitari europei chiamato «Social Justice in European Private Law» che ha pubblicato un manifesto nel 2004, ma neanche di questo gruppo Conte avrebbe fatto parte. Anche l’University of Malta precisa che Conte al massimo potrebbe aver svolto alcune letture organizzate da una Fondazione separata dall’ateneo con la quale era in corso una collaborazione. Da Pittsburgh spiegano che Conte «era impegnato nella ricerca legale e nel promuovere il programma di affiliazione» tra l’università americana e l’istituto Villa Nazareth di Roma. Il manifesto ha poi scoperto che fu Conte «da avvocato della famiglia di una bambina malata alla quale fu somministrato il trattamento Stamina, a ottenere il via libera di un tribunale al proseguimento della cura non validata scientificamente». Inoltre Conte è stato tra i promotori, assieme a Gina Lollobrigida, di una fondazione che finanzia l’accesso alle cure compassionevoli in casi di malattie non curabili: Fondazione Stamina fu scelta come prima beneficiaria del sostegno finanziario di quella fondazione.Verderami, sul Corriere, riferisce però che l’ex moglie di Conte è tranquilla: «Sarà un buon premier, quelle sul curriculum e su Stamina sono tutte stupidaggini».
De Laurentiis ha definito ieri a cena l’ingaggio di Ancelotti. Secondo il Messaggero si tratterebbe di un triennale da complessivi 15 milioni. «Oggi l’accordo verrà formalizzato con lo staff del tecnico: il figlio Davide, il genero Mino Fulco, lo storico preparatore atletico Mauri e il figlio di quest’ultimo Francesco. A loro verranno affiancati almeno due dello staff di Sarri che non andranno via con l’allenatore: Francesco Calzona e Mauro Bonomi. Ancelotti ha ribadito l’esigenza di trattenere in squadra sia Koulibaly sia Insigne e Zielinski ma anche di poter assecondare cessioni importanti come quelle di Jorginho e di Mertens. Sui nuovi arrivi, si fa già strada l’idea Vidal. Adesso De Laurentiis dovrà risolvere il rapporto con Sarri: ricorrerà probabilmente all’esonero se l’allenatore non avrà, entro il 31 maggio, una squadra pronta a pagare la clausola di 8 milioni di euro. In quella stessa data scade anche il contratto di Ancelotti con il Bayern e, dunque, il nuovo accordo potrà essere depositato solo dal giorno successivo». Hamsik sarebbe in partenza per la Cina [Scozzafava – Bonsignore, CdS]
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