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Come invecchiare facendo tante storie

Ció che segue é un esercizio mentale che prima o poi faranno tutti quelli di una certa etá. Per coloro che hanno un’etá certa, ma non ancora una certa etá, questo articolo servirá da promemoria.

Considerando che ogni volta che mi faccio la barba, mi presento alla persona riflessa allo specchio, ho voluto vedere chi sono diventato attraverso gli anni e a chi assomiglio dei miei parenti: praticamente a nessuno. Si notano qua e la alcuni tratti di qualche membro della mia famiglia ––  gruppo sanguigno A negativo da parte di mio padre (grazie, cosí ora devo portare con me sempre una tessera che lo specifica); i capelli bianchi da parte di mia madre (anche a 90 anni i capelli dei Serafini erano invece neri) ed anche il suo naso “francese” (mio padre aveva una patata per naso che, per fortuna é passata a mio fratello) –– ma in generale i miei tratti non sono riconducibili ad altre persone della famiglia. Da piccolo dicevano che assomigliavo al mio nonno materno, ma personalmente non ho visto mai tanta somiglianza.

Confrontandomi i compagni di scuola, ne incontro spesso alcuni che non sono cambiati di molto, altri invece che ho rivisto dopo tanto tempo, non li ho riconosciuti. Questo dovrebbe significare che i graduali cambiamenti non si notano, mentre quelli rapidi, si. Ma allora, perché questo concetto non vale per me stesso?

Ed eccomi quindi a rovistare tra le vecchie foto per osservare i miei graduali cambiamenti, senza ottenere tanta soddisfazione, ho quindi deciso di mettere a confronto i diversi periodi facendo un collage di foto (che si vedono in basso) a partire dagli anni 50 (le prime tre), poi gli anni 60 (le seguenti quattro), quindi gli anni 70 (le prime tre della seconda fila), a seguito gli anni 80, e nella terza fila, gli anni 90 (le prime due), e per ultimo gli anni 2000-2021.

Osservandole bene, si notano grandi cambiamenti durante gli anni 60, ma per il periodo attuale non vedo rassomiglianze con gli anni precedenti se non a partire dagli anni 90. Infatti se un chirurgo plastico mi chiedesse di scegliere una faccia tra le tante raffigurate nel collage, sceglierei quella degli anni 80 che per coincidenza si trova proprio sopra quella attuale. Alla fine, dovró accontentarmi della faccio che ho, come ci insegna “Il ritratto di Dorian Gray”.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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