Usque tandem

Cronaca di una morte annunciata

Teatro Italia, via Bari, quartiere omonimo, meno di 500 posti in platea, poco più di 300 nelle due gallerie. Stati generali della Lega a Roma. Sala piena, con altra gente fuori in strada. I giornali di destra esultano: grande successo! In verità meno di 1000 presenze nell’insieme sono poche per un Leader nazionale che qualche settimana prima aveva riempito piazza San Giovanni con centinaia di migliaia di persone, insieme agli altri Leader della Destra.

Tuttavia il tema era straordinario: avviare la campagna elettorale per le comunali della Capitale, dove la concorrenza degli ex missini è forte, e cacciare anzitempo la Raggi, dopo averla votata quattro anni fa. In apertura di manifestazione il Coordinatore romano della Lega ha annunciato nell’entusiasmo generale che la raccolta di firme nella città contro la Raggi ha raggiunto le 100.000. Poi dopo aver ascoltato l’inno di Mameli, ci ha pensato il Capitano a chiarire gli scopi: “in un tripudio di applausi e di bandiere”.

Povera Raggi credeva che col cambio di governo, da giallo-verde a giallorosso, la sua condizione politica potesse avere un miglioramento perché la nuova alleanza di governo poteva imbrigliare i rancori politici e personali del PD, mentre invece si è trovata ancora peggio con la Lega che non l’ha mai amata e che ora, oltre le aspre critiche, chiede dimissioni ed elezioni anticipate.

Lega o non Lega, è ormai evidente che la Raggi e’ senza futuro e che la sua caduta rischia di travolgere il Movimento grillino che ha perso, con le ultime elezioni comunali, Livorno, Civitavecchia ed altre città minori che aveva conquistato cinque anni prima nell’entusiasmo di promesse irrealizzabili. La perdita di Roma non potrà non avere un effetto destruente per il Movimento: anche i suoi più fedeli elettori capiranno che altro è criticare e contestare, altro è gestire e governare. E un movimento, ormai diventato Partito, che non riesce a governare le Città, compresa la Capitale, come può aspirare a governare il Paese?

Le folle eccitate da Grillo che volevano tagliata la testa dei rappresentanti storici della politica tradizionale, dovrebbero aver capito che i nuovi arrivati portati dall’onda della contestazione, la testa per governare non l’avevano di proprio! L’elettorato liquido che ormai è maggioranza, prenderà altre strade, alla ricerca di una nuova prospettiva, più di vendetta che di proposta, e causerà altri danni alla Città Capitale.

Virginia Raggi

Arriveranno anche a Roma le “sardine” ?

Che fine farà la povera Raggi? Se sarà furba, seguirà l’esempio della Polverini, che, anche lei eletta per caso alla guida della Regione Lazio e poi costretta a dimettersi, è riuscita a trovare ospitalità, con nuovi e diversi mentori, nel Parlamento della Repubblica; se invece non riuscirà ad arrangiarsi col potere, tornerà a fare l’avvocato con la speranza di un destino migliore di quello che le ha riservato la politica! E certamente non sarà rimpianta da nessuno!

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Eugenio Santoro

Presidente Fondazione San Camillo- Forlanini - Roma

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