Alessandro D’Urso photographer
di Marina Perzy
Ogni volta che sento di una donna uccisa, violentata, abusata dal nemico peggiore come l’uomo che dice di amarla, o dallo sconosciuto che pensa che può uccidere per avere ciò che vuole, io penso a me e a tutte noi. Chi non ha mai avuto o vissuto qualcosa che va oltre il rispetto e l’amore? Io ne ho un elenco che non ho mai raccontato, per ogni gusto di notizia, compreso il fatto che mio padre fu un violento con mia madre finché rimasero insieme. Insomma la violenza l’ho vista, vissuta e scampata.
Al tempo di questo servizio fotografico fatto dal noto fotografo Alessandro D’urso e pubblicato poi su un noto magazine, riguardava proprio un’ inchiesta sulle donne qualche anno fa. Eravamo agli inizi, quando ancora non sempre le donne trovavano il coraggio di confessare le violenze subite, eppure tante già morivano o comunque subivano. Oggi c’è un aumento di casi di violenza sulle donne, sia a causa del #lookdown ma anche perché le #donne ora che sono più forti e sono ai posti di comando e si ribellano a stereotipi di maschilismo.
Questo però non viene accettato da alcuni uomini i quali si trasformano in esseri spregevoli, pagano killer per uccidere e non so chi delle due figure sia la peggiore! I raptus per me non esistono.
112 vittime nel 2020 e già 20 donne uccise dall’inizio dell’anno. Questa non è una giornata di festa ma di memoria per ricordare quanto la donna regga il mondo, che lo vogliate o meno e non è una banalità.
Auguri donne!
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