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Dal videotelefono a Zoom: l’evoluzione continuerà?

Aumentano le persone che sono soggette ad un “affaticamento da zoom” a causa dell’ampio uso che si fa di questa tecnologia per vedersi ed incontrarsi virtualmente. Questo utilizzo fuori dalla norma ci é stato imposto dalla pandemia e dalla facilitá dell’uso del video streaming, cioé della tecnologia digitale online. 

La domanda che ci si pone ora è se le conferenze, riunioni ed incontri via Zoom o Zoom meetings – come le videoconferenze e le videochiamate vengono ormai comunemente chiamate – rimarranno altrettanto popolari e ampiamente utilizzate una volta che la pandemia verrà finalmente estinta. 

La scorsa settimana, dopo l’annuncio che tra pochi mesi saranno disponibili almeno due vaccini efficaci contro il COVID-19, le azioni in borsa della Zoom sono scese del 25% in due giorni. Va notato che, anche se Skype della Microsoft è stato il primo a rendere popolari le videochiamate online dal 2003, la pandemia ha reso famosa la società per azioni Zoom (la cui app è stata introdotta nel 2011), tanto che la parola “zooming” (collegarsi via Zoom) è diventata un verbo comune tanto quanto “googling” (fare le ricerche via Google).

È interessante notare che giá nel 1912 si parlava di lavorare a distanza o in modo “smart”. Infatti, il “Wall Street Journal” ha ricordato che nell’edizione del luglio 1912 della rivista “Cassier’s Magazine”, alcuni redattori scrissero che “quando la telefonata arriva con la faccia della persona con cui si sta parlando, non sarà piú necessario che le persone vadano in ufficio”. 

Una delle prime applicazioni online per le videochiamate via streaming é stata la CU-SeeMe, sviluppata da Cornell University e introdotta commercialmente nel 1993. L’app è ora di proprietà della Spirent Communications del Regno Unito. Un’altra app nota per le videochiamate online è FaceTime della Apple, introdotta nel 2010. 

Ciò che ora chiamiamo video streaming ha in realtà una lunga storia. In effetti, la videotelefonia fu immaginata per la prima volta nel 1880, ma prima che potesse raggiungere la forma commerciale creata dalla società telefonica americana AT&T nel 1964, passò attraverso diversi stadi, a partire dalla telefoto della Western Union nel 1921, il videotelefono a circuito chiuso nel 1936 e la telecopia (o fax) della Western Unione nel 1948.  

Affinché AT&T potesse presentare nel 1964 il primo videotelefono commerciale, i suoi laboratori (Bell Labs) iniziarono gli esperimenti nel 1927. Comunque AT&T dovette sospendere la commercializzazione nel 1973 per via della scarsa popolarità causata dal suo alto costo: un canone mensile di 160 dollari, e 25 centesimi per ogni minuto aggiuntivo dopo i primi 30 minuti. L’equivalente odierno rispettivamente di 1.343 dollari per il canone e 2 dollari per ogni minuto aggiuntivo. Da considerare, comunque, che fino a pochi anni fa il servizio di videoconferenza online costava migliaia di dollari.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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