Brava gente

Di Maio vittima delle capre?

A Luigi Di Maio le festività pasquali hanno riservato almeno tre brutte sorprese:

  • un sottosegretario leghista che, con l’appoggio di Salvini, non ha la minima idea di dimettersi pur essendo inquisito;
  • la sindaco Raggi bloccata nel tentativo di scaricare sullo Stato il debito pubblico di Roma;
  • le notizie non incoraggianti sul successo del reddito di cittadinanza, che doveva togliere dalla miseria milioni di italiani e che invece garantirà qualche centinaia di euro al mese a circa la metà dei beneficiari, molto meno di quelli previsti.

Brutte notizie in piena campagna elettorale, con un padrone leghista che si dimostra semprepiù esigente, un garante delle comunicazioni che esprime più di qualche dubbio sull’affidabilità della piattaforma Rosseau, che dei 5 Stelle dovrebbe costituire l’anima, una situazione economica che si è già ottimisti a definire incerta, un Presidente del Consiglio che svolge alla meglio il compito che si è assegnato di Avvocato del Popolo, anche se il popolo fa fatica a rendersi conto di avere un avvocato.

Non c’è da stupirsi quindi delle voci che corrono, Di Maio si sarebbe recato da un noto mago napoletano per accertarsi di non essere vittima di una qualche fattura: sembra che le notizie avute non lo abbiano affatto rassicurato. Il mago avrebbe ascoltato con attenzione l’esposizione dei fatti ed alla fine avrebbe lanciato una sorta di appello generale a tutte le forze della natura con cui è in contatto. Unico a farsi avanti sarebbe stato un corvo, che avrebbe raccontato una strana storia, volando avrebbe visto alcuni figuri strappare ad una capra il tenero figlioletto, consegnato ad una famiglia napoletana che sarebbe stata identificata per quella di Giggino, per essere sacrificato al forno del pranzo pasquale. La capra, resa cieca dal dolore per la perdita del capretto, si sarebbe recata, secondo il corvo, dal Gran Caprone, il saggio delle capre, per avere consigli sulla vendetta.

Il suggerimento (tre ramoscelli incrociati a mezzanotte, sotto la luna piena pronunciano alcuni suoni in lingua caprina) sarebbe stato seguito dalla capra. L’origine dei tre guai pentastellati sarebbero proprio quei tre ramoscelli incrociati.

E’ una cosa assurda, inverosimile, da favola nera? Può darsi, ma il programma pentastellato è forse una cosa diversa?

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Mario Pacelli

Mario Pacelli è stato docente di Diritto pubblico nell'Università di Roma La Sapienza, per lunghi anni funzionario della Camera dei deputati. Ha scritto numerosi studi di storia parlamentare, tra cui Le radici di Montecitorio (1984), Bella gente (1992), Interno Montecitorio (2000), Il colle più alto (2017). Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero».

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