A colazione tra un cornetto e un latte macchiato sul lungomare del Lido di Camaiore si ascoltano le persone chiacchierare, pochi ormai leggono i giornali, tutti hanno il cellulare con cui fare qualcosa anche nulla, pur di non interagire con gli altri. L’afa,si è un po’ attenuata e qualche nuvola regala un’ombra che fa piacere.
Turismo in crisi in Versilia, si è vero si dice tutti gli anni, ma quest’anno gli ombrelloni sono chiusi e ci sono i titoli dei giornali nazionali. L’Italia è in crisi, il governo è in crisi, la politica è da molto che è in crisi per non parlare dell’Europa.
Un anno fa, il crollo del Ponte Morandi, Genova e l’Italia, vengono sconvolte da una vera tragedia. Vittime innocenti di un crollo da alcuni annunciato, da altri sottovalutato e poi diventato senza ritegno una giostra di dichiarazioni, accuse e ‘lo avevo detto’. Genova divisa in due, spezzata e sconvolta. Si inizia a vedere l’inizio di un progetto, intanto smantellando i resti, ma Genova piange le vittime, vittime non solo genovesi. Nulla più si dice su i tanti ponti che attraversano il nostro stivale e che subito dopo il crollo sono stati fotografati, allertati, oggetto di chiusure e riaperture e di quel dannato scaricabarile tipico del nostro Paese. Il ministro Toninelli non ha più nulla da dire… tutto tace.. Incapacità allo stato puro.
Zitti c’è la questione TAV. Causa di una crisi, fantoccio sventolato per distrarre dai conti e dagli aumenti, insieme ai porti chiusi, ma la manutenzione delle strutture esistenti? I ponti e i viadotti che per mesi erano incriminati come pericolosi e a rischio? Siamo in attesa di nuove vittime o era solo allarmismo e tanto rumore per nulla? In questa Italia che confonde e fonde l’Aquafan con Casapound creando Acquapound e che inneggia al Capitano, scoprendo che dopo poche ore il soprannome è diventato Capitan Fracassa, la Santachè chiamata in Senato si riscopre una fan della mitica Moira Orfei, il circo è una cosa seria, e si discute di abbronzatura e di varie amenità, mentre gli italiani pensano all’aumento dell’Iva e alla flat tax.
Seduti al bar, affacciati su un tipico lido versiliese, la Compagnia dell’anello, si ritrova nella Terra di mezzo. Il giornale di carta è sul tavolo e si fanno previsioni e scommesse sul futuro. Ma la realtà è al tavolo accanto, due arzillissime novantenni toscane si inseriscono nei nostri discorsi e senza mezzi termini la più giovane ci dice che questo “Papa ccomunista non le garba”, preferiva il tedesco “quello sì che era bravo”. E pensare che anche questa volta vorrei risponderle che la penso esattamente il contrario, ma decido di essere diplomatica, ripeto che siamo in democrazia e ognuno può avere le sue opinioni.
Mi piace pensare che mentre in Parlamento litigano alle nostre spalle, gli italiani cerchino di riflettere sulla percezione e la manipolazione della verità, parlare con le due signore mi fa capire che quello che io do per scontato non esiste per molti ma soprattutto non è comprensibile. Le verità non vanno urlate, proclamate, twittate o postate vanno spiegate, illustrate e chiarite. Due Italie, cento Italie, mille Italie che fanno fatica a parlarsi anche a Ferragosto. Ma #Italiacheragiona esiste e rimane una speranza.
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