È tempo di finire la guerra eterna. Titolo a tutta pagina, con sotto grande fotografia di Biden da solo al cimitero nazionale di Arlington con questa didascalia: “Le truppe americane non dovrebbero essere usate come moneta di scambio” ha detto. Parlando dallo stesso posto alla Casa Bianca dove Bush aveva proclamato lo stato di guerra dopo l’attacco dell’11 settembre, Biden ha sostenuto che non c’era più alcuna giustificazione per credere che la presenza delle truppe potesse trasformare l’Afghanistan in una stabile democrazia. I 2.500 soldati verranno ritirati gradualmente dal 1 maggio finendo l’11 settembre, lasciando solo quelli di guardia all’ambasciata. Ha detto: “Io sono adesso il quarto presidente con truppe in Afghanistan. Due repubblicani, due democratici. Non passerò questa responsabilità a un quinto”. Il costo in vite umane è stato molto alto: quasi 2.500 Americani morti in guerra.
SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES DEL 15/04/2021 (TITOLO+COMMENTO)
– Dopo due decenni di trambusto, gli Afghani affrontano ancora un futuro incerto. Diffuso timore che tutto il guadagnato vada perduto. La ritirata degli Americani metterà fine alla più lunga guerra della storia americana, ma sarà anche l’inizio di un altro capitolo difficile per il popolo afghano. Una studentessa di 17 anni ha riassunto bene la situazione: “Sono così preoccupata per il mio futuro. Sembra così fosco. Se i Talebani prendessero il potere, io perdo la mia identità. Parlo della mia esistenza, non del loro ritiro. Io sono nata nel 2004 e non ho idea di che cosa i Talebani abbiano fatto alle donne, ma so per certo che le donne erano escluse da tutto”. L’incertezza grava su tutti gli aspetti della vita. Per vent’anni gli Americani hanno promesso pace, prosperità, democrazia, fine del terrorismo e diritti per le donne. Poche o nessuna di queste promesse si sono materializzate in vaste parti del paese, ma adesso anche nelle città dove veri progressi erano avvenuti si teme che tutto vada perso con la ritirata degli Americani che tra l’altro coincide con la ritirata anche della truppe Nato. Le milizie dei Talebani sono sempre piú visibili e potenti, e si parla apertamente di guerra civile appena gli Americani se ne andranno.
– Cresce globalmente la sfiducia nel vaccino. Preoccupazioni sulla sicurezza di AstraZeneca e Johnson and Johnson stanno danneggiando la campagna di inoculazioni ben al di fuori degli USA, soprattutto in paesi africani quali il Malawi, il Sudafrica e il Congo. Ma il senso di incertezza si è aggravato quando il centro di controllo americano ha prolungato la pausa sull’uso di Johnson and Johnson per cercare altri dati sulle conseguenze – coaguli di sangue – riscontrate in sei donne. E l’Unione Europea ha annunciato che non farà più acquisti di AstraZeneca e Johnson and Johnson, ma si baserà solo su Pfizer e Moderna.
– Indiziata la poliziotta per la morte dell’autista nero. La poliziotta che ha ucciso l’autista nero scambiando la sua pistola per un taser, è stata formalmente indiziata di omicidio involontario, anche se è molto raro che un poliziotto faccia un errore del genere, specialmente dopo molti anni di servizio. L’accusa di omicidio involontario sta scatenedo proteste e disordini in Minnesota fra quanti non credono nell’errore, ma vedono nell’episodio l’ennesima prova della brutalità della polizia nei confronti della gente di colore.
– Bernard Madoff, 1938 – 2021. Necrologio di Madoff che occupa l’intera ultima pagina del giornale con grandi fotografie e con questo titolo: Bernard Madoff, architetto del più grande schema Ponzi della storia, è morto a 82 anni. Al processo, era stato condannato a 150 anni di carcere.
– Nuovo esodo in India. In mezzo a una seconda ondata del virus, i lavoratori scappano dalle città verso villaggi con scarse attrezzature mediche, aumentando il timore di maggiori infezioni.
– I Siriani perdono la residenza in Danimarca. La Danimarca è il primo paese dell’Unione Europea a revocare permessi di residenza, una politica che rischia di spaccare le famiglie.
– Il leader della Somalia estende il termine del suo mandato. I critici temono che la mossa del Presidente Mohamed spingerà il fragile paese verso la violenza.
– Voto su una legge di riparazione. La camera si appresta a passare una legge sulle conseguenze del razzismo in America.
– Vestendosi per la pandemia. Il lavoro da casa non era solo calze e golf. Come è cambiato il nostro guardaroba dall’India all’Italia. Sette articoli su sette paesi diversi, primo fra i quali l’Italia, con fotografia di Francesca Nanni, attrice e regista.
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