«Il ladro a cui Emanuele stava dando la caccia è un pregiudicato del Rione Traiano, non ha ancora trent’anni. Si è costituito ieri sera accmpagnato dall’avvocato Gandolfo Geraci. I tre complici erano stati arrestati poco dopo il furto, con il misero bottino di un aspirapolvere e un elettrodomestico Bimby. Processati per direttissima con l’accusa di furto in abitazione pluriaggravato, sono già fuori dalla cella. Salvatore Salvati, di 44 anni, difeso dall’avvocato Pasquale Strazzullo, ha ottenuto gli arresti domiciliari così come Pasquale Reale, di 30 anni, assistito dall’avvocato Gandolfo Geraci. La Procura diretta da Maria Antonietta Troncone aveva chiesto la custodia in carcere, la giudice Alessandra Cesare ha ritenuto adeguata la misura più lieve». Questo esito della vicenda, costata la vita al vicebrigadiere Emanuele Reali, scivolato sui binari bagnati mentre inseguiva uno dei tre e travolto da un treno in arrivo (vedi Anteprima di ieri), ha indignato Vittorio Reali, padre del povero militare, tranviere appena andato in pensione dopo 37 anni al volante degli autobus della compagnia di trasporto pubblico Cotral. “Mio figlio ha messo il lavoro davanti a tutto, anche davanti alla famiglia. Altrimenti sarebbe tornato a casa, dalle moglie e dalle bambine, invece di inseguire quel ladro. Adesso è un eroe. Un eroe dello Stato. Ma a questo Stato chiedo di cambiare le leggi, perché c’è troppa impunità. Chi commette certi reati deve stare in carcere, così almeno smetterà di andare a rubare nelle case degli altri”» [Del Porto, Rep].
Giovanna Venturini ha raccontato al Corriere le molestie del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Nulla accadde fino al 2010, i rapporti di Sangalli con la sua segretaria erano del tutto normali, «per me era come un padre». Ma quell’anno, il presidente prese l’abitudine di cambiarsi in ufficio. Cominciò a dirmi “Io ti amo, dimmi che mi ami”. Gli rispondevo “Non la amo”». Poi?
«Ha sempre avuto l’abitudine, quando arrivava in ufficio a Roma, di cambiarsi. Iniziò togliendosi la camicia davanti a me, poi i pantaloni, poi diceva che aveva un dolore a una spalla e aveva bisogno di un massaggio e che si sentiva tanto solo. Finché tentò di baciarmi…». La Venturini si confidò col direttore generale Francesco Rivolta, che ottenne per lei il famoso risarcimento di 200 e passa mila euro. La donna nega che con Rivolta ci fosse una storia, parlò invece con suo marito e con i figli lo scorso ottobre, «siamo una famiglia unita, ho chiesto e avuto il loro sostegno» [Guastella, CdS].
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