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Goldman Sachs e le penne anseatiche

“Goldman Sachs” è una banca d’affari conosciuta in Italia anche perché nessun dirigente politico della penisola, abituato all’uso dell’aritmetica, ha avuto il buon gusto- finito il suo mandato- di rifiutare la vice presidenza dell’istituto finanziario, che in misura rilevante si è occupato della privatizzazione dei beni pubblici, della collocazione del debito italiano e della partecipazione a ristrutturazioni societarie.

Gli economisti di Goldman Sachs, oggi, si dicono “scettici” sul fatto che i governi dell’Eurozona possano trovare “un accordo su un ‘Corona bond’ congiunto, dal momento che alcuni paesi del nord (compresa la Germania) vedrebbero probabilmente questo come un primo passo verso la mutualizzazione del debito”. È quanto si legge in un rapporto della banca in cui si evidenzia anche come ci sia però “un certo slancio verso un’ulteriore riforma del meccanismo europeo di stabilità (Mes) per fornire linee di credito con condizioni meno rigorose nel contesto attuale, anche se è probabile che tali progressi richiedano tempo”.

Goldman Sachs

Goldman Sachs registra come “i leader dell’Ue abbiano espresso il proprio sostegno a una risposta fiscale coordinata e indicato flessibilità nelle regole di bilancio” ma che finora “hanno trovato un accordo solo limitato per quanto riguarda uno stimolo a livello di Eurozona”.

“Inoltre – si sottolinea – finora non abbiamo visto a livello di euro zona una condivisione esplicita del rischio legato ai costi fiscali, il che ha contribuito alla forte volatilità dei rendimenti obbligazionari” dei paesi periferici che si è tradotto in un incremento dello spread. In ogni caso, conclude l’analisi, “il nuovo programma di acquisto di emergenza della Bce dovrebbe contribuire a contenere i rischi sovrani nell’Europa meridionale”.

Detto dalla Goldman Sachs e forse scritto anche con l’ausilio di penne anseatiche.

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Giuseppe Scanni

Giornalista e saggista.

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