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Gran Sasso verso la chiusura. Il problema delle falde acquifere e del rischio sismico

Domenica 19 maggio chiuderà il traforo del Gran Sasso e l’Italia resterà tagliata in due con enormi danni economici soprattutto per l’Abruzzo.

Ieri l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso ha riferito in Senato sulle condizioni dell’inquinamento della falda acquifera che serve 700mila persone e, dato che è stata rilevata la presenza di toluene, la concessionaria dell’Autostrada dei Parchi (Sdp), ha deciso di chiudere.

Sdp è già coinvolta in un processo per la presenza di toluene finito nelle falde a seguito di lavori di manutenzione del 2017. Il dibattimento inizierà il prossimo 13 settembre. Si chiude il traforo per evitare la reiterazione del reato. Se condannata, per Sdp c’è anche il rischio di dover provvedere a proprie spese alla messa in sicurezza delle falde.

Maurizio Carpino: «Ma molti ritengono che la minaccia di chiusura non sia collegata al processo e ai costi per le falde. Da mesi è scoppiata la questione della sicurezza in caso di terremoto, che – lo si sa da anni – renderà necessario rivedere in profondità buona parte della rete Sdp (non solo la A24, ma anche la A25, Torano-Pescara). Per affrontare il rischio sismico, ci sono fondi pubblici e sono possibili vari interventi: da quello radicale – bocciato dal ministero – che prevede di cambiare tracciato abbandonando i viadotti e sostituendoli con tratti di galleria (costo di 7 miliardi, che sarebbero verosimilmente andati a beneficio della holding del gestore, Carlo Toto, che è anche il costruttore), all’adeguamento del percorso esistente (3,1 miliardi). C’è un braccio di ferro tra Sdp e ministero quanto alla disponibilità dei fondi. La società sostiene che non ci sono le coperture per questa spesa pubblica, il Mit ribatte che non è vero» [Sole].

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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