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Con il 69,96 per cento contro il 30,04 dei No, il Sì ha stravinto al referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. È la più importante modifica dell’assetto istituzionale nella storia della Repubblica: dalla prossima legislatura i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Il M5s, principale fautore del taglio, per bocca di Luigi Di Maio ha definito il risultato «storico» . Nicola Zingaretti, che aveva imposto il Sì al Pd tra i mal di pancia di molti dem, ha promesso che ora si aprirà «una stagione di riforme». A cominciare dai decreti sicurezza di Salvini che vanno modificati e dal Mes che potrebbe portare all’Italia 36 miliardi con cui rafforzare il sistema sanitario nazionale. L’affluenza è stata di poco sotto al 53,8%.
Complessivamente, secondo l’Agi, i Sì sono stati 17.913.054 pari al 69,96%, i No 7.692.029, pari al 30,04- Per l’Ansa i Sì sono stati 17.168.498 (69,64%), i No 7.484.940 (30,36%).
«Resta il nodo delle altre riforme da varare, che sono il necessario corollario del taglio dei parlamentari per non fare inceppare il sistema: oltre a una nuova mappa di collegi che corregga le distorsioni figlie della nuova norma (in alcune Regioni l’opposizione potrebbe non essere rappresentata al Senato), bisogna rivedere il sistema di elezione del presidente della Repubblica (dovrebbe essere rivista al ribasso l’attuale quota di 58 delegati regionali) e soprattutto i regolamenti parlamentari, per riscrivere ad esempio il ruolo delle commissioni, che avranno meno rappresentanti. È un pacchetto di “correttivi” che fanno parte di un accordo di maggioranza firmato a ottobre, subito dopo la nascita del governo giallorosso, dal quale dipende l’efficienza del sistema istituzionale rimodellato dal Sì al referendum» [Lauria, Rep]. Di Maio ora punta anche al taglio degli stipendi dei parlamentari [Sta].
Stando ai primi dati diffusi da Youtrend sui voti scrutinati, il No avrebbe vinto in alcuni centri storici: nel collegio di Milano centro, in quello di Torino Crocette e nei municipi 1 e 2 di Roma, esattamente in quelle zone composte da ceti medio-alti dove il Partito democratico conserva alcune roccaforti elettorali. Il dato sembra riscontrabile a Firenze dove, nel Comune, il Sì vince solo con il 55% [Cannavò, Fatto]. Sebastiano Messina sulla Repubblica: «I numeri ci dicono però che siamo di fronte a una vittoria, non a un trionfo. Il Sì, infatti – lo ha ricordato Arturo Parisi alla vigilia del voto – partiva con un vantaggio amplissimo, visto che la modifica alla Costituzione era stata approvata dal 97 per cento dei parlamentari. E aveva l’appoggio ufficiale, oltre che del Movimento 5 Stelle, del Partito democratico, della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, la cui somma dei consensi alle ultime europee è stata pari all’89,3 per cento. Il risultato di ieri rivela che più di un quarto degli elettori ha votato in modo opposto all’indicazione del suo partito. Il No, al contrario, è passato dal 3 per cento registrato in Parlamento a una percentuale dieci volte maggiore».
« Non so se sia la famosa “doppiezza togliattiana”, o un machiavellismo da bar, o semplicemente le prime avvisaglie di demenza senile, ma ho votato No sperando che vincesse il Sì, centrando con una sola scheda ben due obiettivi: votare secondo le mie convinzioni, e al tempo stesso non dovermi sentire partecipe dell’uso antigovernativo di un’eventuale vittoria del No (preferirei che questo governo, dunque questa legislatura, durassero almeno fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica)» [Michele Serra, Rep].
• Al referendum sul taglio dei parlamentari ha stravinto il Sì con quasi il 70%. Esulta Di Maio che la considera una sua vittoria personale
• Alle Regionali è finita 3-3, con il centrodestra che ha tenuto con larga maggioranza Veneto e Liguria e ha conquistato le Marche. Il centrosinistra ha conservato Toscana, Campania e Puglia. Ne escono vincitori Zingaretti che ora promette riforme e Meloni che vede crescere il suo partito in tutt’Italia. Vince anche Conte: «Durerò fino al 2023»
• Incerto l’esito del voto in Val d’Aosta. La Lega è in vantaggio ma non è detto che abbia i numeri per governare
• Sindaci, centrodestra in vantaggio
• Chiara Appendino è stata condannata in primo grado a sei mesi di carcere per falso in atto pubblico. È stata assolta dall’accusa di abuso d’ufficio. Rimanere a fare la sindaca di Torino e si è autosospesa dal M5s
• Nel Torinese un operaio ha sparato al figlio di 11 anni e poi si è suicidato. Prima, ha scritto un lungo post su Facebook in cui racconta la sua depressione e accusa l’ex compagna
• Da oggi chi arriva in Italia da Parigi dovrà sottoporsi al tampone. In Francia la metà dei dipartimenti è zona rossa
• In Italia altri 1.350 contagi su 55 mila tamponi. 17 morti. I ricoverati sono 120 in più rispetto a domenica, dieci in più in terapia intensiva
• Gli Usa verso le 200 mila vittime da Covid. A ottobre la Gran Bretagna rischia 50 mila infezioni al giorno. Impennata dei contagi in Belgio (+64%)
• Traballa la leadership di Carlo Bonomi in Confindustria: il caso scottante è il disconoscimento del contratto degli alimentari. Poi la sterile linea anti-governativa, la mancata nomina del direttore generale, la totale dipendenza dal vice Gubitosi
• Trump entro sabato vuole nominare il nuovo giudice della Corte Suprema. Nancy Pelosi, per bloccarlo, ipotizza l’impeachment
• Mosca ha inviato mille soldati in Bielorussia per un’esercitazione militare. La leader dell’opposizione Tikhanovskaya è stata ricevuta a Bruxelles ma il Consiglio degli Esteri Ue non è riuscito ad approvare le sanzioni contro Minsk
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• Nel 2019 le emissioni di gas serra nell’Ue sono diminuite del 4% rispetto al 2018 e del 24% sul 1990. Già superato l’obiettivo 2020
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«Patrizia De Blanck non si lava» (testimonianza di Andrea Ripa di Meana) [leggo.it].
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