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Habemus Olimpiadi. Milano e Cortina vincono alla grande su Stoccolma

Settanta anni dopo Cortina e venti dopo Torino le Olimpiadi invernali torneranno in Italia. Questa volta si svolgeranno tra Milano e Cortina. Lo ha annunciato alle 18.04 di ieri il presidente del Cio Thomas Bach. Un’ottima vittoria, portata a casa contro la Svezia per 47 a 34. La Svezia si presentava con Stoccolma e Aare. Il loro ministro della cooperazione, Peter Eriksson, si è complimentato con l’Italia in modo molto sportivo: «Vi abbiamo battuto ai mondiali nel calcio e voi in questa occasione qui. Ora siamo pari». Per loro si tratta della nona sconfitta consecutiva al ballottaggio finale. Esultanza in Italia. A Cortina, dal campanile della città, è stata srotolato un tricolore lungo 30 metri e sono stati stappati fiumi di prosecco. A Milano i cittadini si erano riuniti sotto al grande schermo di piazza Gae Aulenti. Lì il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo è scoppiata in lacrime.

Ma la festa più grande l’hanno fatta a Losanna dove addirittura il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nell’esultanza ha preso in braccio la coordinatrice del dossier, l’ex schermidrice  Diana Bianchedi. Dopo la firma, il presidente del Coni ha voluto ringraziare tutti, in primis il presidente Mattarella, poi ha tenuto a sottolineare l’importanza di Giorgetti, di Sala, di Zaia, di Fontana etc: «Sono molto emozionato, è un risultato molto importante non solo per me ma per l’intera nazione. Sono davvero orgoglioso di questa squadra che abbiamo creato tutti insieme senza differenze di colore politico». Conferma il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «È il premio alla caparbietà e alla professionalità di una squadra forte, tenace e preparata».

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parla di una giornata storica. A SkyTg24 Sala ha sottolineare quanto la squadra intera avesse lavorato al dossier e s’è detto convinto che nella decisione finale un certo peso lo abbia avuto pure il successo di Expo. Secondo il presidente Thomas Bach, però, la differenza l’ha fatta il consenso popolare: «L’Italia aveva l’80 per cento di popolazione favorevole, a fronte del 55 per cento della Svezia». Poco importa perché: com’è noto le Olimpiadi, oltre alla festa e allo sport, portano soldi: si parla di almeno 20mila posti di lavoro e di introiti stimati tra i 3,5 e i 5 miliardi. Per ora tutte le analisi costi benefici sono ottimistiche ma per evitare il peggio questa volta verrà istituito un comitato che vigilerà sulla trasparenza e che controllerà i conti. Ora però bisogna rimboccarsi le maniche, ci sono palazzetti dello sport da costruire, strade da rifare, impianti da riammodernare. La festa è già finita. Insomma, tutti felici, tranne quelli del Movimento 5 stelle. Il Fatto scrive: «Ogni edizione da 50 anni finisce con mega-buchi per città e paesi organizzatori. E maxi-aumenti di tasse. Senza dimenticare le retate di Expo 2015»

«Ma soprattutto, a creare le basi dell’affermazione dell’Italia, è stato un impensabile (di questi tempi) collante: la coesione di un’élite composta da persone che hanno idee, partiti e storie diverse, simpatie e antipatie, in qualche caso anche qualche conto da regolare, e li hanno messi da parte per arrivare al successo. Bel colpo! Magari potesse servire da lezione in un periodo, come adesso, in cui odio, colpi bassi, dossieraggi contrassegnano ormai la vita pubblica del Paese» [Sorgi, Sta]

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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