Categorie: Brava gente

I fagioli con le cotiche di Fargaccetto

Fargaccetto era un salumiere di Velletri, un paese che dista circa una quarantina di chilometri da Roma, dove ho trascorso un periodo della mia infanzia. Non ho mai capito se si trattasse di un soprannome (il contadino in dialetto velletrano è un “fargo”) o del vero cognome: certo è che vendeva cose per me prelibatissime, a cominciare da un prosciutto dolce e gustoso come poi in seguito raramente mi è capitato di mangiare. Buoni i prosciutti, buone le cotiche, cioè la pelle marroncina intorno al prosciutto che il salumiere tagliava via con il coltello prima di iniziare a tagliare le fettine.

Quei lunghi frammenti di pelle stagionata, divenuti duri e callosi, venivano venduti a parte: servivano per preparare appunto i fagioli con le cotiche, un tempo piatto quasi obbligato nelle case romane e tra i miei più vivi ricordi.

La preparazione era molto semplice. I fagioli secchi borlotti, quelli cioè colorati in varie tonalità del marrone (e con un “occhio” bianco), venivano messi in acqua fredda con un pizzico di sale la sera prima in modo che si reidratassero. Il mattino successivo si mettevano anzitutto a bollire le cotiche dopo averle ben raschiate nelle parti esterne: dovevano cuocere fintanto che non fossero divenute tenere. A questo punto era necessario scolarle bene e metterle per un po’ in un tegame con un soffritto di olio e cipolla, sedano, carote e passata di pomodoro in abbondanza. Si lasciava bollire fin quando il sugo non diveniva bello denso: a questo punto si aggiungevano i fagioli lessati e scolati, si aggiungeva sale se necessario e si lasciava cuocere a fuoco lento per circa un quarto d’ora: il peperoncino è facoltativo.

Fagioli con le cotiche. Photo credit: AliceTV

Il risultato è un piatto squisito, anche se le cotiche, oggi difficili da trovare in commercio, non sono più quelle di Fargaccetto: i prosciutti sono solitamente “salati a bagno” e non più massaggiati uno per uno, più volte nel tempo con sale, pepe e spezie, con il risultato che le cotiche oggi sono piuttosto insipide: comunque, a mio parere, i fagioli con le cotiche restano un piatto di tutto rispetto dell’antica tradizione culinaria romana.

Condividi
Mario Pacelli

Mario Pacelli è stato docente di Diritto pubblico nell'Università di Roma La Sapienza, per lunghi anni funzionario della Camera dei deputati. Ha scritto numerosi studi di storia parlamentare, tra cui Le radici di Montecitorio (1984), Bella gente (1992), Interno Montecitorio (2000), Il colle più alto (2017). Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero».

Ultimi articoli

A proposito di violenza sulle donne

Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…

27 Novembre 2024

Ai e search engine, quale futuro per i contenuti?

Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…

25 Novembre 2024

I principi del successo

L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…

25 Novembre 2024

Slow Productivity, produttività lenta. Un ossimoro, almeno a prima vista

Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…

25 Novembre 2024

Di bellezza si vive

Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…

25 Novembre 2024

AI ultima frontiera: ChatGPT 4o with canvas

Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…

9 Novembre 2024