Per la continua celebrazione dei 100 anni del Gran Caffé Vittoria a Chieti, l’attore comico teatrale, cinematografico e televisivo abruzzese, Federico Perrotta ha portato nella città teatina Dom Serafini, autore del recente libro “I Messaggeri dell’Abruzzo nel Mondo“. Serafini si è subito dissociato dai meriti che gli si volevano riconoscere perché l’importanza del libro “è tutta dovuta” ha detto, “ai 100 personaggi trattati in questo primo volume, che rappresentano tutti i possibili percorsi professionali che un potenziale emigrante può considerare per ottenere successo all’estero“.
Da parte sua, il comico si è dissociato dalla definizione di “fama” internazionale “perché” ha detto, più che di “fama”, nel suo caso si tratta di “fame” (da ricordare che per via del coronavirus, i teatri sono ancora chiusi).
Alla presentazione, dove tra l’altro, molti hanno scoperto l’esistenza del Pierblanco, un prosecco brut abruzzese della Fattoria Teatina che non ha nulla da invidiare a quelli di Valdobbiadene (e che però andrebbe categorizzato come “vino spumante”), offerto ai partecipanti.
Tra i 30 partecipanti (tutti rispettosi delle procedure anti Covid) vi erano Giulio del Federico, console italiano all’Avana, Cuba, originario di Pescara; Ugo Iezzi, direttore della rivista “La Gazzetta di Chieti“; Angela Frezza, direttrice della UAO Spettacoli; e l’editore del libro Arturo Bernava della casa “Edizioni Il Viandante”, di Pescara-Chieti.
Lo storico locale, oggi diventato il salotto letterario dell’Abruzzo, originalmente nacque come Caffé Roma in un edificio che all’epoca era considerato da abbattere in quanto “triviale e barocco“, ma prese il nome di Gran Caffé Vittoria 16 anni dopo, nel 1936. Oggi a dirigerlo é la famiglia D’Orazio e a fare da maestra di cerimonia è arrivata Gabriella D’Orazio, figlia dello scomparso patriarca Roberto.
Tornando al libro, Perrotta ha ricordato la sua tournee negli States (documentata nel libro di Serafini) dove per farsi capire dagli spettatori doveva parlare con un misto di inglese-abruzzese, lingua da lui definita “AbruzzEnglish”.
Serafini si é poi intrattenuto con alcuni giovani, tra cui un partecipante interessato a capire come intraprendere la carriera di doppiatore in America. Ma il libro, che descrive i percorsi professionali di attori, produttori, sceneggiatori, drammaturghi, cantanti, ballerine, musicisti ed esperti di effetti speciali per il cinema (tutti di origini abruzzesi), non profila ancora un doppiatore. Forse un doppiatore abruzzese all’estero verrá scovato in tempo per il secondo volume della collana, che é ora in preparazione. Prima di essere “raccolti” nel libro, tutti i personaggi compaiono nelle pagine della rubrica domenicale che Serafini cura da oltre 20 anni per il quotidiano “Il Messaggero”.
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