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Intervista a Irene Fornaciari, i “Draghi nel cielo”

Irene Fornaciari nasce in inverno, ma in lei ci sono tutti i colori e il “calore” del soul. Capelli rossi, grandi occhi blu e un sorriso disarmante, fanno da cornice a una voce incredibile. Irene, sul palco, sprigiona un’energia pazzesca regalando emozioni, senza riserve. Dopo innumerevoli Sanremo e collaborazioni illustri che l’hanno vista duettare con artisti di fama mondiale quali Brian May, Eddi Floyd e Salomon Burke, Irene sta lavorando a un nuovo e ambizioso progetto di cui preferisce non svelare i particolari; si intravede la luce negli occhi. Innamorata della vita e del proprio lavoro, crede che la musica possa essere un antidoto per contrastare qualunque “veleno”.

Draghi nel cielo

Cosa è stato che ha cambiato il mondo
Ed anche noi
Io non voglio più vedere gente stanca
Di questi guai
Facile non è lottare e poi capire che non basta
Ma chi è stato che ha cambiato il mondo
Sei colpevole oppure debole
Dimmelo tu..”

Con le tue canzoni, spesso, hai toccato temi delicati e anche scomodi: oggi quali sono, secondo te, i “draghi nel cielo”?

Possono essere molti, tra tutti credo che sia attuale e dilagante la figura degli “haters”: anonimi che seminano odio, nascondendosi dietro una tastiera. Offese facili e insulti gratuiti, sono le loro stupide armi per fomentare e dividere. “Sei colpevole oppure debole, dimmelo tu...”; ognuno di noi dovrebbe interrogarsi per capire se, qualche volta, è stato complice, sia pure inconsapevole, di tali cattiverie.

Irene Fornaciari per Moondo- Foto Credits Marco Piraccini

I social hanno di certo cambiato le nostre relazioni; qual è la tua opinione a riguardo?

Oggi i social e il web ci hanno abituati a una realtà virtuale che se da una parte ci avvicina, in realtà ci allontana. Nell’illusione di essere in contatto, siamo ancora più soli e invisibili. Io appartengo a una generazione che non avendo cellulari usciva nella speranza di trovarsi. Lo stare insieme e il condividere ci metteva alla prova, ma ci aiutava a crescere. La ricerca spasmodica della perfezione ci fa ritoccare qualunque immagine e, di fatto, cancella la nostra identità reale.

Come si può contrastare questo fenomeno?

Non è demonizzando il social che si risolveranno i problemi. Siamo sempre noi gli artefici consapevoli o inconsapevoli di quanto succede. Troppo facile incolpare il progresso o chiunque al di fuori di noi; io credo che ognuno dovrebbe sentirsi chiamato in causa, anche quando non ci tocca direttamente. In realtà, credo che un uso corretto del social possa facilitarci, non foss’altro che per dire “belle cose”, quando la distanza o la timidezza ce lo impediscono. Se invece diventa solo una realtà virtuale dove nascondersi per colpire, dove sfogare le proprie frustrazioni, no non m’interessa. Esco e vado a camminare, anche sola.

Irene Fornaciari per Moondo- Foto Credits Marco Piraccini

Oggi che rapporto hai con i social network?

Mi piace dialogare con il mio pubblico in modo spontaneo, senza filtri. Spesso pubblico fotografie tratte dall’album dei ricordi dove – ti assicuro – sono tutt’altro che perfetta! Oggi sono serena e so gestire anche eventuali attacchi che in passato mi hanno infastidito parecchio. Recentemente – il gossip, si sa, è pane per tutti – ho ricevuto commenti piuttosto pesanti su un mio ipotetico fidanzamento con Massimo Boldi. Un’omonimia che ha scatenato sul web un polverone, suscitando curiosità e purtroppo anche un po’ di cattiveria gratuita che ha contribuito alla diffusione di notizie false. Proprio sul mio profilo, ho deciso di rispondere pubblicando una fotografia insieme al mio compagno: fine dei giochi. L’amore è l’unico vero antidoto a tutto il veleno che queste persone per invidia, per insicurezza e per frustrazione disseminano a piene mani.

Un mondo che cambia e che cambia anche noi: possiamo contribuire a renderlo un posto migliore?

Si, ne sono convinta: credo che il sentircene responsabili, senza delegare, possa fare la differenza. Va bene la tecnologia, ma è irrinunciabile trovare il tempo per incontrarsi, mostrandosi per quello che si è, senza trucchi né magie. Del resto, se vogliamo parlare di musica, quanto può essere emozionante un concerto dal vivo? Probabilmente non sarà perfetto come una registrazione ma imparagonabile dal punto di vista emotivo!

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Veronica Ruggiero

Giornalista, collaboratrice presso il Gruppo Corriere.

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