Oggi per Moondo Maurizio Primanni (CEO Excellence Consulting e firma di Moondo) intervista Silvia Vianello, una delle eccellenze del mondo, docente di marketing alla Bocconi di Milano, ma anche a Houston, Barcellona e Svizzera. Ora vive a Dubai e dirige l’Innovation Lab di una delle più prestigiose business school del medio oriente.
In questo periodo critico per il mondo stretto dalla morsa della pandemia, Silvia Vianello, che come tutti gli insegnanti con la chiusura delle scuole ha iniziato il lockdown e le lezioni online, ci delinea la situazione che Dubai sta vivendo e di come ha affrontato la crisi sanitaria rispetto all’Italia. La reazione fulminea del paese è stata decisiva, fin da subito ha sottoposto ai tamponi tutti coloro che entravano nell’emirato limitando i contagi. Inoltre Dubai registra un tasso di mortalità molto basso, essendo l’età della popolazione molto bassa, ma anche perché hanno iniziato a testare diversi protocolli di cure sperimentali e hanno brevettato una nuova tipologia di cura. Un paese, afferma l’intervistata, che ha saputo gestire l’emergenza con prontezza e positività.
Chiediamo all’esperta cosa aspettarci per il futuro dell’economia e in particolare delle piccole imprese sopraffatte dalla crisi. Lei risponde con una citazione di Darwin “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento”, in questo momento, ma sempre nella vita. La situazione in cui ci troviamo ora può essere l’opportunità per cambiare i propri modelli di business. Non bisogna ostinarsi a tornare alla situazione prima del covid19, ma bisogna investire sul futuro, sullo smart working e soprattutto sulle persone.
Il primo investimento che gli imprenditori devono fare è quello sulle risorse umane che in questo particolare momento storico sono diventate disumane, ci spiega Vianello. Non bisogna abbandonare i dipendenti, ma al contrario bisogna coinvolgerli e motivare, perché senza persone non c’è tecnologia che possa aiutare. La tecnologia può migliorare i risultati, la vita delle persone in azienda, i fatturati ma il vero valore è il valore umano.
Aziende con un cash flow di una certa portata hanno potuto sostenere la crisi più a lungo di piccole aziende o startup che senza aiuti dallo Stato si sono viste affondare inevitabilmente. Sicuramente l’incertezza e la tensione che si vive in Europa non ha aiutato la situazione economica. Sarebbe servita una gestione proattiva invece che reattiva e un po’ in ritardo.
Probabilmente questa crisi mondiale non toglierà il primato economico a potenze come Cina e Usa, difficili da scardinare, ma non dobbiamo dimenticare che non sono le uniche. Per esempio l’India sta lavorando sulle tecnologie e sulla manodopera tecnologica a basso costo, ma anche Albania, Georgia e Armenia si muovono verso il futuro formando i giovani fin da piccoli alle nuove tecnologie.
Anche in Italia bisogna investire sulla formazione e sull’educazione informatica, tecnologica, finanziaria ed economica affinché si abbiamo gli strumenti per gestire questa nuova era in cui ci siamo trovati catapultati.
Un consiglio che dà ai lavoratori e alle aziende per risollevare le sorti delle loro attività è quello di partire dal customer journey, ovvero il processo che lega consumatore e azienda. Bisogna identificare i potenziali clienti e consumatori, e individuare i distruttori di valori nostri e dei competitor, trasformandoli poi in costruttori di valori e fare la differenza.
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