Ieri sui social, è apparsa una foto che non ha bisogno di didascalie, l’ avvocato di origini nigeriane, italiano da sempre e napoletano per tradizioni, educazione e scelta, con un cartello esplicito e molto evocativo con la scritta “I Can’t Breathe” e gli occhi bendati di nero, ha protestato per l’assassinio di George Floyd. Un post che ha superato le 28.000 visualizzazioni su Facebook in poche ore, moltissime condivisioni e commenti. Una denuncia esplicita per una morte gratuita.
L’America si infiamma e si indigna per l’ennesimo omicidio di un afroamericano, le proteste da Minneapolis si sono spostate in molte città del Minnesota, sino ad arrivare in California. George Floyd è stato ucciso a Minneapolis mentre era in custodia della polizia, le immagini dell’agente che preme sul collo dell’afroamericano hanno fatto il giro del mondo, sono un dolore enorme per tutti coloro che condannano la violenza, gli abusi e il palese razzismo di parte della Polizia statunitense.
Il mondo del NBA è sceso in campo contro ciò che è accaduto da LeBron James a Stephen Jackson veterano del grande basket americano e compagno di liceo di George Floyd. Sul profilo Instagram di Jackson , post commoventi e carichi di rabbia per la fine di quello che per lui “ era un gemello”. Intanto i quattro poliziotti sono stati licenziati ma non incriminati. Floyd è stato filmato da passanti mentre veniva condotto fuori dalla sua macchina , fatto sedere sul marciapiede dove , come testimoniano, le immagini non oppose resistenza e poi quel fotogramma terribile, quell’immagine devastante del poliziotto con il suo ginocchio e il peso di tutto il suo corpo sul collo sino ad ucciderlo. Le immagini che ci hanno sconvolto hanno almeno permesso che l’accaduto non fosse solo definito dai poliziotti un incidente e così derubricato. Quell’istantanea mi ricorda i tesori di caccia, i bracconieri o i turisti in calzoncini corti che uccidono elefanti, felini, trofei di cui andare fieri, perché uccidere è una vittoria.
Il sindaco di Minneapolis ha chiesto l’intervento della Guardia Nazionale e nel frattempo per il terzo giorno di seguito, saccheggi, cariche della polizia, disordini, incendi. Una ferita aperta negli Stati Uniti d’America , che sanguina e che nessuno cura con decisione, con determinazione, si dovrebbe sollevare un coro unanime di sdegno, di commozione e di condanna a cui dare seguito con condanne e leggi più severe per chi abusa di un distintivo e una divisa.
Sui social ricompare l’immagine di Will Smith, famosissimo attore di colore con una dichiarazione di qualche anno fa :” “Racism Is Not Getting Worse, It’s Getting Filmed” (Il razzismo non sta peggiorando , viene solo filmato)
La condanna che Hilarry Sedu , giovanissimo consigliere dell’Ordine forense di Napoli, ha con determinazione e coraggio manifestato sui social, per abbattere il silenzio, l’indifferenza e per dare “respiro a tutti”.
Avv.Sedu chi è George Floyd per lei, chi è per tutti quelli che solo per una differenza di colore possono essere uccisi, picchiati, abusati solo in nome della diversità?
“George rappresenta tutte le persone con la pelle nera. George è l’oscurità nella mente dei razzisti. George è il lato malato di chi uccide per rivendicare la propria superiorità e supremazia, per chi crede nelle razze”.
Io non respiro, non riesco a respirare , un grido tanto disperato quanto fievole, il grido di moltissime altre persone non necessariamente afroamericani a cui viene sottratta la possibilità di respirare?
“A George non mancava l’aria, è morto asfissiato dall’ingiustizia di una “democrazia apparente, di cui siamo tutti complici”.
Paladini dei diritti come gli americani, stati democratici, con grandi libertà con grandi possibilità che spesso incarnano anche gli stati che hanno maggiori differenze sociali, quasi una costruzione di caste con sempre un maggior divario. E’ possibile che nel 2020 tutto questo accada ancora ?
“Quando si fonda il principio di democrazia sul valore economico della società, allora non dobbiamo meravigliarci della legittimazione di abusi e lesioni della dignità umana”.
L’Italia a che punto è in questa scala di diritti ?
“L’Italia, il mio Paese, non è certo l’America. In Italia sicuramente abbiamo, anche noi, delle forme discriminatorie sibilline, ma non uccidiamo gli uomini per il loro colore della pelle, non ci macchiamo le mani di sangue pensando che sia di un altro colore, perché sappiamo benissimo che il sangue è sangue, e rosso e scorre per tutti”.
Quale è il suo messaggio forte e chiaro su quello che è accaduto e che non dovrebbe mai più ripetersi?
“L’uomo nero non è il tuo nemico. Se solo per un momento ognuno di noi si sentisse soffocato dall’odio, dalla violenza , capirebbe quella frase drammatica ‘non riesco a respirare’” !!!
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