Rassegna stampa della settimana: dal 28 marzo al 4 aprile
Il primo caso al mondo di trifallia, accade a Duhok, in Iraq. Il piccolo era stato portato in ospedale dai genitori, preoccupati per un gonfiore allo scroto, che è risultato qualcosa di impensabile. I medici hanno informato i genitori che il loro bambino era soggetto ad una rarissima forma di trifallia, la presenza di tre peni.
I medici hanno valutato e analizzato il caso in maniera dettagliata e minuziosa, scavando a fondo l’iter farmacologico assunto durante gravidanza dalla mamma, le possibili anomalie genetiche, cercando eventuali cause scatenanti della patologia, ma qualsiasi indagine ha riportato un esito negativo.
La notizia ha fatto il giro del mondo, è stata pubblicata anche dal New York Post e i medici hanno confermato che si tratta del primo caso di trifallia certificato. Inoltre hanno affermato che uno su cinque /sei milioni di bambini nasce con più di un pene.
Fortunatamente, considerata la presenza di una sola uretra, i due peni sono stati rimossi chirurgicamente e il bambino gode di ottima salute.
Dal 1 aprile l’ex premier birmana, Aung San Suu Kyi, che si trova in carcere dal colpo di stato militare del 1 febbraio, è stata incriminata per violazione di una legge sul segreto di stato. La legge risale all’epoca coloniale e prevede pene fino a 14 anni di prigione. Nel frattempo le manifestazioni di protesta continuano nel paese e con esse il numero dei morti è salito a quota 557 nelle ultime ore. Oltre alle vittime, 2.658 persone si trovano in carcere, come riporta l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp).
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna “il ricorso alla violenza contro persone che manifestano pacificamente”, dopo che la Cina si è opposta alle sanzioni contro la giunta militare.
Intanto la popolazione ha iniziato a protestare usando uova pasquali dipinte con l’immagine di Suu Kyi e con il saluto delle tre dita diventato simbolo degli oppositori.
Nel frattempo la compagnia petrolifera francese Total, presente in Birmania dal 1992, ha reso noto che resterà nel Paese in nome della sicurezza del proprio personale e per non privare di elettricità milioni di birmani e tailandesi. Patrick Pouyanné, l’amministratore delegato, si è impegnato a finanziare le ong per i diritti umani che operano nel Paese.
“Abbiamo deciso di fermare i nostri progetti e le nostre perforazioni in Birmania, ma continuiamo a produrre gas. Non per mantenere i nostri profitti, né per continuare a pagare le tasse alla giunta militare, ma per garantire la sicurezza del nostro personale, dipendenti e dirigenti, per evitare loro la prigione o il lavoro forzato e soprattutto per evitare di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita di queste popolazioni tagliando l’elettricità a milioni di persone“- ha riferito Pouyanné – “poiché non posso prendere la decisione di interrompere la produzione …, oggi prendo la decisione di pagare alle associazioni che lavorano per i diritti umani in Birmania l’equivalente delle tasse che dovremo pagare allo Stato in futuro“, ha concluso.
Il ministero degli esteri ecuadoriano, il 1 aprile, ha definito disumano l’abbandono di due bambine ecuadoriane di tre e cinque anni, che sono state lasciate cadere, nella notte del 30 marzo, da un trafficante di esseri umani oltre il muro che separa il Messico dagli Stati Uniti. Quanto riporta il giornale Internazionale, le due bambine sono state soccorse vicino a Santa Teresa, nel New Mexico, dagli agenti della polizia di frontiera statunitense (Cbp, Customs and border protection).
Il dramma da Covid-19 continua indifferente a colpire brutalmente la popolazione mondiale. Con l’arrivo dei vaccini, la diminuzione dei decessi e il ritorno graduale alla normalità, è un privilegio che solo pochi paesi stanno pian piano, concretamente, toccando con mano.
Il Brasile è sempre più fortemente colpito, messo in ginocchio dal virus e dalle sue varianti. Ad oggi il paese ha superato le 330 mila vittime, da quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University.
Secondo l’università americana, dall’inizio della pandemia, il Brasile ha registrato un totale di 330.193 decessi accertati dovuti al Covid a fronte di 12.953.597 casi di contagio. Il Brasile è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti sia per numero di infezioni, sia per numero di vittime in termini assoluti.
Un evento unico, una sfilata cinematografica battezzata la “parata dorata”. Le vie del Cairo si sono illuminate per dar vita ad un corteo straordinario, che ha visto il passaggio di 22 mummie di faraoni trasportate dall’iconico Museo egizio al nuovo Museo nazionale della civiltà egizia.
Una manifestazione maestosa, seguita da migliaia di spettatori da ogni parte del mondo, attraverso il canale You Tube e, a seguito delle limitazioni Covid, da un numero ridotto di partecipanti sulle vie del Nilo.
Le mummie, fra cui 18 sovrani e 4 regine, hanno percorso 7 kilometri nella capitale egiziana, chiusa a pedoni e auto, scortate dai servizi delle forze armate. Sono stati portati in processione per ordine decrescente di età, ognuno su un carro decorato nello stile dell’antico Egitto.
In testa alla sfilata, padroneggiava il più anziano, la mummia di Seqenenrae Tao II, definito anche “ il Coraggioso”, che regnò sull’ Egitto meridionale circa 1.600 anni prima di Cristo. In coda alla sfilata il carro di Ramses IX, che regnò XII secolo prima di Cristo.
Tra loro troviamo figure di spicco della civiltà egiziana come re Seqenenre, che iniziò la guerra di liberazione contro gli Hykso, la regina Hatshepsut, a cui è dedicato il magnifico tempio di Deir Al-Bahari sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor; Ramses II, il grande faraone del Nuovo Regno.
Una volta giunte al Museo nazionale le mummie reali saranno soggette a restauro per circa 15 giorni all’interno del laboratorio all’avanguardia del museo: verranno preparate per la loro installazione all’interno delle nuove teche presso la Royal Mummies Hall, decorata in modo da assomigliare alla Valle dei Re, l’area nel sud dell’Egitto che ospita le tombe originali dei reali.
Un evento che rende grato e fiero il popolo egiziano, e ricorda ai numerosi turisti la maestosa bellezza, la cultura, la storia che si cela dietro questa civiltà, pronta ad accoglierli in sicurezza al termine di questa mondiale crisi pandemica.
Come riporta il sito Ansa, il 4 aprile, ventidue membri delle forze di sicurezza indiane sono stati uccisi e altri 30 sono rimasti feriti in una battaglia con ribelli maoisti nello Stato centrale del Bihar. La polizia lo definisce lo scontro più sanguinoso degli ultimi quattro anni.
Le forze di sicurezza hanno subito un’imboscata mentre rientravano da un’operazione di pattugliamento vicino ad una foresta nel distretto di Bijapur, ha detto all’agenzia Afp il direttore generale aggiunto della polizia dello Stato, Ashok Juneja.
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