La Corte costituzionale ha ritenuto che non è in contrasto con la Costituzione la legge Merlin che configura la prostituzione come un’attività in sé lecita ma al tempo stesso punisce tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino. La Consulta ha quindi respinto le questioni sulla legge Merlin sollevate dalla Corte d’appello di Bari nell’ambito del processo sulle escort presentate, tra il 2008 e il 2009, da Gianpaolo Tarantini all’allora premier Silvio Berlusconi. Un fatto per il quale Tarantini è stato condannato in primo grado: ma appunto il processo d’appello era sospeso in attesa della pronuncia della Consulta.
I giudici baresi sostenevano, in particolare, che la prostituzione è un’espressione della libertà sessuale tutelata dalla Costituzione e che, pertanto, punire chi svolge un’attività di intermediazione tra prostituta e cliente o di favoreggiamento della prostituzione equivale a compromettere l’esercizio tanto della libertà sessuale quanto della libertà di iniziativa economica della prostituta, colpendo condotte di terzi non lesive di alcun bene giuridico.
CLICCA QUI e ricevi gratuitamente anteprima completa via mail per un mese
Viviamo in quella che Luciano Floridi definisce la "società delle mangrovie", un habitat dove il…
Il bagno non è più considerato un semplice ambiente di servizio, ma si è evoluto…
Il 27 novembre, nell’Aula Magna della Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS a Torino, professionisti del…
“4.000 settimane” di Oliver Burkeman è un libro che ci costringe a riflettere sul tempo…
Il libro che vi consiglio questa settimana è "AI generativa per Manager". Non è né…
Non c’è nessun superpotere che si possa cogliere a colpo d’occhio, nessuna forza sovrumana da…