La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia per non essere intervenuta tempestivamente per arginare la Xylella, la malattia che ha devastato e sta devastando una vasta area degli uliveti in Puglia. La Corte contesta al nostro paese di non aver messo in atto le misure di contenimento richieste da Bruxelles, in particolare la rimozione delle piante malate nella zona infetta e il mancato monitoraggio nelle fasce non ancora investite dal disastro. La sentenza non comporta il pagamento di una pena per il governo – dovrà farsi carico solo delle spese processuali – ma il pronunciamento potrà essere fatto valere in altre cause davanti a tribunali italiani.
«Per ricapitolare: la Xylella, un batterio vegetale responsabile del disseccamento rapido di diverse piante, viene osservata per la prima volta in Europa nel 2013, sugli ulivi pugliesi. Nel 2015 la Commissione adotta una decisione, che impone a tutti gli stati membri di rimuovere non solo le piante infette ma anche tutti gli alberi situati nel raggio di 100 metri di distanza da quelli contagiati. Perché quella è la distanza che può percorrere in una dozzina di giorni un insetto, la sputacchina, che è il vettore del batterio. Ma un battito d’ali di sputacchina provoca una tempesta complottista. Così inizia il circo di teorie strampalate, con le accuse ai ricercatori e alle diaboliche multinazionali e decreti delle Procure» [Cicchetti, Foglio].
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