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La gaffe di Erdogan smaschera la debolezza dell’UE

Da un flop ad un altro. Sembra proprio che negli ultimi mesi l’Unione europea abbia all’improvviso deciso di mostrare a tutti i propri limiti e la sua incapacita’ a gestire con coerenza e fermezza i problemi che e’ chiamata ad affrontare.

Nel pieno delle polemiche feroci, scoppiate in tutti i paesi europei, sul flop dei contratti siglati dall’Ue per l’acquisto centralizzato dei vaccini anti-covid, pochi giorni fa ha fatto il giro del mondo il video sulla gaffe del Presidente turco Erdogan che ha fatto sedere accanto a se’, nel corso di una visita ufficiale , solo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, lasciando senza una poltrona la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha dovuto ripiegare, dopo momenti di imbarazzo, su un lontano divano.

Minimizza chi punta il dito solo sul maschilismo islamico del Presidente turco ed anche chi si limita a parlare di incidente diplomatico , l’episodio turco , oltre a questi aspetti, ha evidenziato in modo palese una questione, a nostro avviso, ancora piu’ grave: l’ambiguita’ istituzionale europea e la rivalita’ sotterranea che esiste tra le due figure piu’ elevate della nomenklatura europea.

 Era infatti la struttura che fa capo al belga Michel, di cui molti al Parlamento europeo chiedono ora le dimissioni, che era responsabile del protocollo della visita da parte dell’Ue ed evidentemente aveva riservato al Presidente del Consiglio europeo una primazia protocollare che i turchi hanno poi interpretato in chiave apertamente maschilista. Quindi, la responsabilita’ dell’Unione nella gaffe esiste, e non deve essere ignorata.

Non a caso Michele Valensise, diplomatico di lungo corso, ha scritto, in un editoriale, che “ Il punto su cui sarebbe bene fermarsi è piuttosto la struttura portante dell’Unione europea, con la sua architettura bicefala, Commissione e Consiglio europeo, in attrito alquanto sistematico tra loro. Per il momento- aggiunge sul sito Huffington post- mettiamo da parte gli altri due vertici comunitari, Presidente del Parlamento e Alto Rappresentante per la politica estera, con i quali il disegno complessivo diventa addirittura quadricefalo.

Le norme sono chiare. Al Consiglio europeo, che non ha funzione legislativa, spetta di definire “gli orientamenti e le priorità politiche generali” (art. 15 Tue). Eppure le sovrapposizioni in stile Ankara non mancano e certo non aiutano a far avanzare l’Ue, a volte neanche a farla riconoscere adeguatamente nei suoi rapporti esterni. E’ così che nell’accidentato mondo di oggi – si domanda uno degli ambasciatori italiani piu’ importanti- l’Unione pensa di poter svolgere un “ruolo geopolitico”?

Anche in questo, e’ il parere di Valensise, l’Ue è il prodotto delle prerogative conferitele, o non conferitele, dagli Stati membri. La ripartizione di compiti tra Michel e von der Leyen riflette la volontà degli Stati membri di mantenere una sfera rilevante dell’azione comune sul piano inter-governativo, cioè nel pieno controllo degli Stati membri (Consiglio europeo), anziché delegarla alle istanze comunitarie (Commissione).

E’ certamente vero che molti dei problemi europei sono legati alla volonta’ degli Stati membri di mantenere un pieno controllo sulle decisioni Ue, ma va rilevato anche che , nei giorni successivi all’incidente di Ankara, nessuno dei leader dei paesi piu’ importanti dell’Europa, ad eccezione di Mario Draghi, ha sentito il bisogno di puntare il dito contro il comportamento di Erdogan, a cominciare dalla regina d’Europa, Angela Merkel che si deve confrontare in casa con una nutrita comunita’ turca e che ha fatto pressioni sull’Ue affinche’ alla Turchia venissero concessi sei miliardi di euro pur di impedire l’invasione dei migranti lungo la rotta balcanica.

Un atto, quello di Draghi, che spicca di fronte al silenzio assordante degli altri leader , e che ha avuto un grande spazio su tutta la stampa europea.

Molti osservatori attribuiscono alle dichiarazioni inequivocabili di Draghi una nuova volonta’ del Presidente del Consiglio di dare all’ Italia un ruolo di protagonista sulla scena europea, grazie anche alla sua credibilita’ internazionale ed al declino dei leader dei paesi rivali.

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Alessandra Spitz

Dopo aver collaborato come free lance a varie testate, lavora per tre anni all'Agenzia di stampa Asca come giornalista sindacale. Passa poi all'Ansa e per 18 anni fa parte dell'area Economico-finanziaria. Diventa poi responsabile della nuova area Multimedia dell'Agenzia ed infine, assume l'incarico di Capo redattore centrale.

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Tag: erdoganue

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