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I dati Istat sulla mortalità in Italia pubblicati ieri dicono che nei primi otto mesi del 2020 ci sono stati 475.674 decessi, l’8,6% in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019. Al Centro e al Sud si è registrato un calo rispettivamente dell’0,2% e dell’1,1%. Mentre il Nord ha avuto un +19,5%, con un picco del +38% in Lombardia. «L’effetto della pandemia sul dato complessivo appare evidente: dopo la diminuzione della mortalità riscontrata a livello nazionale – sempre rispetto alla media 2015-2019 – nei primi due mesi dell’anno, a marzo si registra un incremento del 47,2%, sensibilmente più marcato al Nord (+93,9%) rispetto al Centro (+12,2) e al Sud (+4,3) e un tragico primato del +191,2% in Lombardia, seguita da Emilia-Romagna (+69,1), Trentino Alto-Adige (+62,2), Liguria (+53,5), Piemonte (+52,8). A partire da aprile – sottolinea l’Istat – pur in un contesto ancora drammatico, l’eccesso di mortalità totale si riduce proprio in alcune delle aree colpite per prime e più duramente dall’epidemia» [Sclaunich, CdS].
«La parabola della Whirlpool di Napoli è giunta al termine. Nel peggiore dei modi. La multinazionale americana, facendo infuriare il governo, istituzioni locali e sindacati, ha infatti deciso in via definitiva di fermare la produzione a fine mese. “Dopo 18 mesi, sebbene gli sforzi messi in campo siano stati importanti e unici, il mercato su Napoli non è cambiato. Quindi confermo quanto abbiamo già detto un anno fa. Il 31 di ottobre la produzione su Napoli cesserà”, ha annunciato ieri al tavolo convocato dal Mise l’ad Luigi La Morgia lasciando tutti basiti. La chiusura del sito di via Argine a Napoli, che oggi impiega circa 350 lavoratori, viene giustificata essenzialmente con ragioni di mercato: Napoli ha perso quote e tenerla in vita, secondo La Morgia, potrebbe “compromettere la presenza industriale del gruppo in Italia”. Dura la reazione del governo, che non crede a queste motivazioni; durissima quella dei sindacati, che chiedono al governo di darsi una mossa e annunciano la prosecuzione degli scioperi in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo e un presidio in piazza a Napoli. “Siamo allo scontro sociale – annuncia la Fiom – metteremo in campo azioni eclatanti. Sarà il Vietnam per Whirlpool”» [Baroni, Sta].
La Corte costituzionale polacca ha definito incostituzionale la legge che permette l’aborto nei casi in cui, durante la gravidanza, vengano riscontrati dai medici gravi malformazioni del feto. La Polonia aveva già una delle legislazioni più restrittive d’Europa in materia d’aborto, che fu approvata nel 1993 e consentiva l’interruzione di gravidanza solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro e, appunto, gravissima malformazione del feto. I giudici hanno motivato la sentenza, approvata con 11 voti favorevoli e due contrari, dicendo che non può esserci tutela della dignità di un individuo senza la protezione della vita [il Post].
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