Read the article in english “The soul of a people around a pot“
Torno da voi, alla ricerca di questo mio piccolo spazio su Moondo, e penso che, quello che inizialmente mi ha aperto questa finestra, si riveli essere lo stesso motivo che mi fa tornare ora: la digitalizzazione delle mie emozioni, il bisogno di condividere.
Scrivo da un paese fratello latino, dalla terra dei buoni stufati e dei dolci conventuali, da una città creativa dell’Unesco nel centro del Portogallo, Caldas da Rainha, dove la convivialità in strada, la socializzazione intorno a un tavolo con la famiglia e gli amici, sono alla base di una società matriarcale, con tutti i valori sociali della convivialità e dell’enorme tolleranza verso gli altri.
Qui, come in tutta l’Europa latina, il contatto fisico, come gli abbracci e i baci, è limitato a coloro in cui abbiamo fiducia. Non abbiamo più l’abbraccio sociale, né il bacio facile, e in questo momento sorge di nuovo la necessità di escludere la convivialità a tavola, sia a casa, nelle feste private, sia soprattutto nei ristoranti.
Cammino per le strade della mia città e parlo con la comunità. Mi interessano gli affari della mia strada, amici urbani che, in una piccola città, sono l’equilibrio di una comunità che è nota per vivere in una delle città più rilassanti del Portogallo.
Forse è il più antico Ospedale Termale del mondo, o il Parco nel centro della città, ma qui, come in tutto il mondo, l’ambiente urbano vive una delle minacce più gravi degli ultimi 70 anni. Minacce alla giustizia e alla libertà, minacce alla sana convivenza tra le comunità, ma soprattutto la minaccia è per le imprese che sono alla base delle società, dove si parla di guerra e di pace intorno a un piatto di cibo e a un buon bicchiere di vino. La minaccia di decidere unilateralmente senza uno scambio di sguardi o di condividere un pasto mi spaventa, in una società dove bere una tazza di caffè è motivo di tutti gli incontri e i disaccordi di un’intera generazione.
La verità è che in tutto il mondo le microimprese familiari del sud Europa, i caffè e i ristoranti, considerati uno dei potenziali focolai di infezione in questo nuovo contesto, stanno vivendo uno dei suoi momenti più drammatici, con la mancanza di clienti e ulteriori restrizioni al suo funzionamento, e quella che è considerata l’anima di un popolo, il patrimonio gastronomico, probabilmente tra poco più di due mesi, potrebbe chiudersi per mancanza di solvibilità e con esso la sostenibilità del mondo così come lo conosciamo.
Il piacere di condividere un pasto intorno a un tavolo, dove si scambiano idee, dove si piange o si ride, e dove si chiudono gli affari in base alla fiducia, fanno di questa urgenza non solo una questione di sostenibilità per migliaia di cittadini europei, ma anche l’anima di un intero popolo che ha l’abitudine di obbedire al suo istinto più primitivo basato sulla saggia magia del palato.
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