Questa è una chiamata alle armi, un monito, per tutte quelle persone che oggi pensano che sia tardi, tardi un cazzo. L’ipotesi è questa, la società attuale è ossessionata con arrivare presto ai traguardi, velocemente, e se non ci arrivano in qualche modo ci sentiamo fuori dai giochi, ci vergogniamo, ci sentiamo degli individui che hanno fallito. Questa imposizione ha degli effetti deleteri sulla nostra fiducia, sulla speranza che ognuno di noi ripone nel proprio sviluppo.
I genitori, la scuola, l’università poi il lavoro, tutti a festeggiare quello che a 20 anni ha fatto il botto, come se fosse l’unica cosa che conta.
La rivista Forbes celebra questi personaggi sotto i 30 anni, sotto i 20, sotto i 40, come se dai 40 in poi non vali più una sega.
Occhio, non ce assolutamente nulla di male nel diventare il prossimo Mark Zuckerberg, ogni successo merita una celebrazione e grande rispetto per chi ci arriva, ma ce un lato oscuro in tutto questo.
La pressione folle sulle spalle dei ragazzi di oggi che devono affaccendarsi ad avere i voti più alti per entrare nelle università più prestigiose, la foga nel diventare qualcuno porta a conseguenze psicologiche molto importanti su chi non riesce a passare questi test, o chi non riesce a entrare in una delle grandi società americane e fare carriera.
Fatto sta che molti di noi a un certo punto della vita si bloccano a causa di queste pressioni, si fermano, quando invece esiste un altro cammino, quello dei late bloomers, che è poi il titolo del libro di oggi, scritto da Rich Karlgaard.
Late bloomers è il contrario di early bloomers, bloom vuol dire fiorire, germogliare, e certi fiori fioriscono velocemente, altri invece hanno dei tempi più lunghi, ma non per questo i loro colori e il loro profumi sono inferiore ai fiori che germogliano in fretta.
Siamo all’episodio 72 di libri per il successo- crescita personale da strada, e aggiungiamo questo mattoncino al nostro percorso, ed è importantissimo capire e prendere coscienza che l’unica data di scadenza, è quando crepi, fino a che quel momento non arriva non hai motivo di fermarti e smettere di credere nella tua evoluzione.
Il messaggio che ci mandano è questo, o hai successo da giovane o non ce lo avrai mai – ed è una puttanata.
Capite, le persone si sviluppano con tempistiche molto diverse e raggiungono il loro potenziale in modi magici, e molti di voi che ascoltate avete dei talenti che ancora non sono visibili agli altri, ma esistono e vanno coltivati, un late bloomers è colui che raggiunge il suo punto massimo, il suo destino a modo suo e nei suoi tempi, indipendentemente da quello che la società o l’ambiente esterno ci impone, ma per arrivarci non bisogna smettere di crescere, di esplorare e soprattutto di sbagliare.
uno deve lavorare su stesso, scoprire lentamente quali sono i propri punti di forza e questo è un cammino lunghissimo e non si riesce a svelare la propria identità a capire chi siamo in maniera cosi nitida in pochi anni, serve un percorso. E vorrei con questo podcast risaltare le qualità dei late bloomers e dare un barlume di speranza a chi si è fermato perché pensa che ormai non ce la può fare più.
Apro una piccola parentesi. Uno dei consigli che più trovo valido del libro è quando l’autore suggerisce a ogni ragazzo di prendersi un anno sabbatico prima dell’università o prima di entrare nel mondo del lavoro, un anno ovviamente dove si svolge un attività costruttiva, del volontariato, un lungo viaggio, un periodo di esplorazione per conoscersi prima di inserirsi nel mondo accademico o lavorativo, in quell’anno si ha il tempo di capire cosa vogliamo fare, che strada percorrere. Catapultarsi dalle superiori all’università senza riflessione ti fa ritrovare con 24-25 anni ad affrontare il mondo senza conoscerlo, al contrario un anno sabbatico si ti ritarda di un anno l’uscita dal mondo accademico ma hai le idee più chiare di ciò che vuoi raggiungere nella vita, e lo trovo un consiglio preziosissimo.
Pensate che dopo l’università io feci un anno di volontariato con gli zingari si Siviglia, Los gitano. Non mi son mai trovato cosi a mio agio in vita mia come in quell’anno in mezzo ai gitani. Andai a vivere nel quartiere più losco e pericoloso di Siviglia, Las tre mil vivienda, o il cosi detto poligono Sur, senza conoscere lo spagnolo e fu per me qualcosa di trascendentale, imparai a convivere con dei bambini che avevano l’acume di un adulto, un intelligenza fuori dal comune, ma purtroppo non coltivandola in età adolescenziale si perdevano quasi tutti e finivano a fare una vita molto al di sotto del potenziale, io li compresi tantissime cose, fu un anno importantissimo per me, la carriera la giacca e la cravatta, lo status, la sicurezza, mi resi conto di quanto è fragile la vita di quanto poco basta per finire nel baratro e quei ragazzi mi aiutarono a schiarire le idee sul mio cammino. Non avevo fatto questa scelta in maniera consapevole ma guardandomi indietro ora comprendo l’importanza di quel periodo nelle scelte che ho fatto successivamente. La mia scala dei valori cambiò per sempre grazie a loro, fu tragico per me finire quel progetto e sapere di non rivedere più i ragazzi. Piansi tantissimo, da solo ovviamente.
Mi sono accorto di una cosa, che potrebbe servire a ognuno di voi, e voglio condividerla, è un osservazione che fa anche il libro, ma penso che per trovare il proprio cammino ce da seguire la curiosità, il piacere di fare certe cose, di scoprirle di viverle, e devono piacerti, ce un detto che dice – leggi quello che ami, fino a che amerai leggere, ed è cosi non è tu apri un libro e ti metti a leggerlo spassionatamente, prima devi imparare a leggere e per farlo è meglio che prendi in mano roba che ti appassiona magari la fantascienza o storie di draghi e nani, e poi finisci a leggerti un libro di psicologia, o al contrario.
Io riesco a raggiungere le performance migliori solo quando non devo dimostrare nulla a nessuno, ma quando sto cercando di scoprire qualcosa. In questo podcast io faccio un lavoro su me stesso, sto esplorando, ma non è che lo faccio per dimostrare che sono migliore, io sono una testa di cazzo ho ancora tantissime cose da imparare, ho deciso di condividerlo ma non sto li a farlo come se fosse un business un lavoro o chissà che, è una scoperta per me, lo faccio coi miei tempi, con le mie regole, da solo, se quello che mi spinge è la curiosità io vado più lontano, se quello che invece cerco è raggiungere uno status un obiettivo dei soldi, mi fermo, mi fermo, perché poi se non li raggiungi appunto velocemente ti senti di aver fallito, ma se il tuo scopo è imparare e scoprire non fallisci mai. Con me questo modello funziona e spero che possa darvi uno spunto di riflessione quando vi mettete li a cercare di scoprire quali cosi vi spingono.
La curiosità, infatti è uno dei 6 punti di forza di un late bloomers e anche quella più potente, e chiunque decida di preservare quella curiosità che avevamo da bambini senza barattarla con la carriera con il percorso strutturato e mantiene quell’inquietudine di voler esplorare può continuare nel suo viaggio, verso il suo destino, la curiosità è la benzina della nostra macchina, senza rimaniamo fermi nello stesso punto. La curiosità è il motore che accende la motivazione, che poi si trasforma in grinta e in voglia di fare quel passettino in più per vedere cosa succede.
La seconda caratteristica di chi germoglia tardi è la compassione, l’abilità di metterci nei panni degli altri, capirli, l’empatia ci fa percepire i sentimenti delle altre persone ma la compassione va oltre, ci spinge ad aiutarli. Ovviamente ci rende più tolleranti ai sentimenti negativi e sovente capita che la sacrifichiamo nella corsa forsennata verso gli obiettivi, verso la carriera verso i soldi verso quel modello di successo che vediamo sui social media. Non crediate che sia solo qualcosa di buono per gli altri essere compassionevoli, ma lo è anche per noi che lo siamo e non significa essere deboli emozionalmente anzi è il contrario ci obbliga a fare scelte difficili. Ha dei ritorni incredibili esserlo, ci permette di imparare ad avere una profondità e una visione della vita molto più ampia. Mi piange il cuore ascoltare persone vicine a me lamentarsi ed essere tristi di aver dato tanto a una persona senza poi ricevere niente, ma l’aver dato è già un regalo, ci rende persone migliori, la stessa persona che si lamenta di questo non ha capito che è speciale, che è meravigliosa nel suo dare. non abbiate timore di dare, non aspettate a dare per vedere cosa riceverete, vi da dei benefici incredibili essere compassionevoli, ed è qualcosa che si impara col tempo e con la sofferenza i late bloomers raggiungono questo stato mentre chi corre verso un obiettivo e pensa solo a quello ha necessità di sacrificare questo meraviglioso dono. Pensateci, se credete di essere in ritardo, ma avete questo importante super potere, usatelo.
La terza forza di un late bloomer è la resilienza, la capacità di essere maltrattati dalla vita e rialzarsi più forti di prima, e ovviamente una persona che germoglia tardi ha più possibilità di prenderla in culo nella vita, e questo ci rende più comodi nelle avversità, ci da gli strumenti e una prospettiva più adatta a uscircene, e chiaramente una persona che ha avuto un lungo trascorso professionale e personale ha vissuto più situazioni difficili e all’ora di trovare il suo destino di montare la sua azienda ha una resistenza maggiore ai problemi, per tanto siate coscienti che gli ostacoli arriveranno ma ne avete superati degli altri, quindi non è un motivo sufficiente per non provarci il fatto che ci saranno dei problemi, è inevitabile, ma sapete come affrontarli meglio di uno che ha fatto subito il botto.
La quarta forza dei late bloomers è un po una conseguenza della terza, l’autore la chiamata equanimità, è la serenità, la compostezza, il temperamento calmo specialmente in situazioni difficili, e questo possiamo vederlo spesso in gente più matura rispetto al giovane impulsivo e temperamentale, la calma porta a decisioni migliori, quando ti succede qualcosa di imprevisto ce da stare rilassati, perché la rabbia i nervi le angosce portano solo a peggiorare la situazione, quanto volte hai detto qualcosa di sbagliato dovuto all’impulso, magari alla tua o al tuo compagno, o a un collega o al capo, io ho capito che i silenzi evitano i problemi, e i sorrisi li risolvono, stare zitti in alcuni casi e sorridere in altri è qualcosa che ho imparato col tempo, prima ovviamente ero una testa calda mi agitavo, reagivo, sparavo a zero, è il solo il tempo che ti da questa maturità di stare zitto quando vorresti sputare fuoco dalla bocca.
La quinta forza di un late bloomers è l’intuizione, l’uso delle informazioni a disposizione in maniera efficace, un lampo di genio che ti viene sotto la doccia, o mentre cammino o mentre fai sport, per quello che è importante avere sempre uno strumento per scrivere le idee. È anche quella cosa che possiamo chiamare sesto senso, ma non è innata è frutto delle esperienze, di aver conosciuto gente, di averla ancora una volta presa in culo, poi ci fai il callo, e capisci subito cosa sta succendo, ma perché lo hai vissuto, è la capacità di accedere alla nostra biblioteca mentale, al nostro archivio di esperienze e tirar fuori in un secondo una conclusione, un pensiero veloce ma fondato su un esperienza di vita e questi pensieri sono più nitidi, più potenti, grazie all’esperienza che un late bloomers ha rispetto a un early bloomers.
E infine la sesta grande forza di un late bloomers, la saggezza, la punta della piramide dell’esperienza di un uomo, che emerge attraverso un sistema complesso di caratteristiche personali, di esperienze vissute di sfide intraprese ed è la somma di tutto, cresce e poi diminuisce con l’età perché un esperienza cognitiva abbiamo bisogno che i nostri sensi e che la nostra lucidità sia al punto più alto e questo non succede ne a 20 anni ne a 80, quindi se pensate che avere 40 anni o 50 sia tardi è un grande errore avete dalla vostra queste caratteristiche che possono realmente rendere oro tutto quello che toccate ma se vi apprestate a crederci, a provarci, e grazie all’esperienza che i problemi non sono più qualcosa di tragico ma qualcosa da risolvere, e li risolviamo.
Perché vi racconto queste cose, so che tanti ascoltatori sono in un età avanzata, ma siamo in un epoca dove si vive a lungo, e non dobbiamo lasciarci scoraggiare dal fatto che a un certo punto la società ci impone quasi di gettare la spugna, l’esperienza di iniziare qualcosa di vostro, esplorare delle nuove abilità con 50 anni, non solo è meraviglioso ma è anche altamente possibile che riuscirete a combinare qualcosa di molto bello perché avete queste 6 grandi forze dento di voi che prima non avevate.
Amici miei germogliare non ha una data, il nostro è un futuro scritto a matita non a penna, si può cancellare, cambiare, correggere, metterci una riga sopra, perdiamo si delle capacità col tempo ma ne guadagnano altre, apprezza il momento dove ti trovi, hai 40 anni tiraci fuori il meglio di questa epoca della tua vita, ne hai 50 fai la stessa cosa, non pensare a quando ne avevi 30 pensa che tra un po ne avrai 60 o 70 o 80, stai bene dove sei, va bene cosi, non perdere quella grinta, non credere di non avere più le armi per andare in battaglia, ne hai eccome, sono solo diverse.
Abbi la forza di di rinunciare a quello che sarebbe dovuto succedere nella tua vita, e abbracciare quello che realmente sta succedendo, esplora, e fallo indipendentemente da quello che la società o i contesti dove vivi ti impongono.
Se prendi un cammino più lungo verso il successo puoi sviluppare un senso più profondo della tua tua missione, trovare un senso, conquistare i dubbi, capire chi sei, siamo fortunati di essere qui, e abbiamo un destino e un cammino da seguire, ma è importante non smettere mai di camminare. Pensaci un pò, prendi forza, e torna su quel cammino che avevi abbandonato.
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