Nel ventisettesimo anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino, sono stati resi pubblici gli archivi della Commissione parlamentare Antimafia. Materiale che è stato digitalizzato ed è confluito su una pagina web all’interno del portale del Parlamento e che comprende audio e trascrizioni delle audizioni di Borsellino a Palazzo San Macuto fra il 1984 e il 1991. Tra i vari audio c’è questo dell’8 maggio 1984: «Desidero sottolineare la gravità dei problemi che dobbiamo continuare ad affrontare… Di pomeriggio, è disponibile solo una macchina blindata. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Con ciò riacquisto la mia libertà, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere poi libero di essere ucciso la sera».
«Le parole di Borsellino non raccontano solo gli anni in cui la lotta alla mafia era fatta da una pattuglia di magistrati e investigatori. Raccontano anche dei misteri attualissimi della provincia di Trapani, la terra di Matteo Messina Denaro, il boss delle stragi originario di Castelvetrano che lo Stato non riesce ad arrestare dal giugno 1993. Diceva Borsellino nel corso della trasferta a Trapani della commissione antimafia, era il 4 dicembre 1989, e lui era ormai procuratore di Marsala: “Questa è terra di grandi latitanti: Provenzano, Riina e altri nomi storici”»
[Palazzolo, Rep].
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