La Nike ha promesso che non penalizzerà più le atlete incinta. Il colosso dell’abbigliamento sportivo non ridurrà più le somme che versa come sponsor a causa delle ridotte prestazioni fisiche. Dopo le proteste di tre atlete che hanno subito il maltrattamento economico, la Nike ha ammesso di avere sbagliato e di aver discriminato le donne nella formulazione dei contratti che si basano anche sul numero di gare svolte. In particolare la britannica Jo Pavey, 45 anni, due figli, ha detto: «Mi facevano sentire in colpa per il fatto che aspettavo un bambino».
La mezzofondista americana Alysa Montano, poi, ha corso gli 800 metri con il pancione per attirare l’attenzione sul tema e Kara Goucher non si è mai perdonata di essersi allenata per prendere i soldi rinunciando ad assistere il figlio malato. Ora la Nike garantisce alle atlete che aspettano un bambino 12 mesi di tempo nei quali i compensi non diminuiranno, ma si è già detta disposta ad aumentare questo lasso di tempo oltre l’anno.
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