Anteprima News

Libia, un centinaio di migranti morti in un bombardamento

In Libia, nella notte di martedì, è stato bombardato un centro di detenzione per migranti illegali. I morti sarebbero un centinaio, i feriti più di 130. Fra loro anche donne e bambini. L’hangar in cui alloggiavano i profughi era adiacente alla base militare di Dhaman, nell’area di Tajoura. Lì dove le forze di al-Serraj tengono i depositi con le riserve di munizioni e veicoli da guerra. Secondo informazioni del Governo di Tripoli, a colpire è stata la milizia di Haftar, sostenuta e guidata da esperti militari francesi e degli Emirati. Per il tedesco Wolfram Lacher, analista esperto della Libia, non si è trattato di un incidente: «Il generale Haftar e gli Emirati Arabi Uniti sapevano che il centro migranti era vicino alla base di Dhaman, l’avevano già bombardata un mese fa. Hanno accettato la possibilità di colpire il centro, sapendo che era pieno di civili». L’Inviato dell’Onu in Libia, il libanese Ghassan Salamè, ha parlato di crimine di guerra e, per la prima volta, anche un italiano si è schierato contro Haftar. Il vicepremier Matteo Salvini, che pochi giorni fa ha avuto un colloquio privato con al- Serraj, ha dichiarato: «Haftar ha la responsabilità di un attacco criminale, mi auguro non ci sia più nessuno, e non cito i francesi, che per interesse economico e commerciale bombardi obiettivi civili». Più mite il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che condanna l’attacco ai civili ma pensa in primis ai migranti, chiedendo di trasferire i migranti al sicuro dai combattimenti. Sarebbero 3.800 i migranti illegali detenuti nei centri di detenzione libici e considerati «a rischio» a causa della guerra. Il generale Haftar però nega ogni responsabilità e punta il dito contro il governo di Tripoli.

libia guerra civile

CLICCA QUI e ricevi gratuitamente anteprima completa via mail per un mese


Condividi
Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

Pubblicato da

Ultimi articoli

A proposito di violenza sulle donne

Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…

27 Novembre 2024

Ai e search engine, quale futuro per i contenuti?

Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…

25 Novembre 2024

I principi del successo

L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…

25 Novembre 2024

Slow Productivity, produttività lenta. Un ossimoro, almeno a prima vista

Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…

25 Novembre 2024

Di bellezza si vive

Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…

25 Novembre 2024

AI ultima frontiera: ChatGPT 4o with canvas

Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…

9 Novembre 2024