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«Dopo 25 anni lo Stato torna proprietario dell’Ilva. A Invitalia e ai Mittal sono serviti dieci giorni in più rispetto alla scadenza del 30 novembre per definire gli ultimi dettagli ma poi, come previsto, ieri poco prima di mezzanotte è arrivata la firma dell’accordo che consente alla società guidata da Domenico Arcuri di rilevare il 50% dell’ex Ilva, oggi ArcelorMittal Italia, attraverso un aumento di capitale da 400 milioni di euro e poi di salire al 60% con un secondo aumento da 680 milioni previsto a maggio 2022, mentre a sua volta ArcelorMittal ne verserà 70. Secondo il comunicato diffuso da Patuanelli e da Gualtieri, l’accordo costituisce, oltre al resto, “un passo importante verso la decarbonizzazione dell’impianto di Taranto attraverso l’avvio della produzione di acciaio con processi meno inquinanti”» [Baroni, Sta].
«La coincidenza ha voluto che sempre ieri sia arrivata l’assoluzione definitiva per Fabio Riva dal reato di bancarotta per il crack di Riva Fire e dall’accusa di aver sottratto le risorse destinate a mettere in sicurezza e ad ammodernare gli impianti».
Francesco anticiperà, in San Pietro, la messa di Natale nella Basilica di San Pietro, alle 19.30, due ore prima dell’orario delle 21.30 che aveva sempre mantenuto durante il suo pontificato. Modificata anche la Benedizione Urbi et Orbi del giorno 25: sarà impartita a mezzogiorno, nella Basilica e non dalla Loggia Centrale. Invariati gli orari del Te Deum del 31 dicembre, alle 17.00 nella Basilica, delle messe del primo gennaio e dell’Epifania, entrambe alle 10.00, sempre in San Pietro. «La partecipazione alle celebrazioni sarà molto limitata», fa sapere la Sala stampa vaticana.
All’indomani del voto in Parlamento sulla riforma del Mes, quattro deputati hanno lasciato il M5s denunciando come siano stati «traditi i valori fondamentali». I quattro sono Fabio Bernardini, Carlo Ugo De Girolamo, Mara Lapia e Antonio Lombardo. Salgono così a 47 i parlamentari che da inizio legislatura hanno abbandonato il Movimento (16 senatori e 31 deputati).
La Commissione nazionale francese per l’informazione e la libertà ha multato Google e Amazon per il mancato rispetto delle regole sui cookie, i file utilizzati per tenere traccia delle attività degli utenti. Google dovrà pagare una multa di 100 milioni di euro per tre violazioni della legge francese sulla protezione dei dati e Amazon una sanzione di 35 milioni di euro per due violazioni.
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