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L’Istat lancia l’allarme sul declino demografico: mai così poche nascite dall’Unità d’Italia

«Per la prima volta negli ultimi 90 anni ci troviamo in una fase di preoccupante declino demografico, con un trend che può essere ormai considerato consolidato e non attribuibile a un effetto congiunturale più o meno prolungato». Questo l’allarme lanciato ieri dall’Istat. E dal suo Bilancio demografico nazionale riferito al 2018 emerge che il calo è colpa degli italiani che ormai sono 55 milioni, 677mila in meno rispetto a cinque anni fa: «Un numero pari alla scomparsa di una città grande come Palermo». Negli ultimi quattro anni, fa sapere l’Istat, i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638mila: «Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300 mila unità». Gli stranieri iscritti all’anagrafe sono 5.255.503 (+2,2% rispetto al 2017). Costituiscono l’8,7 per cento del totale della popolazione residente. Al 31 dicembre 2018 le differenti cittadinanze presenti nel nostro Paese sono 196, 50 quelle con più di 10mila residenti. Le cinque più numerose sono quella romena (1 milione 207 mila), albanese (441 mila), marocchina (423 mila), cinese (300 mila) e ucraina (239 mila), che da sole rappresentano quasi il 50 per cento del totale degli stranieri residenti. Diminuiscono i decessi, 633mila, 15mila in meno rispetto al 2017, e le nascite, 439.747, meno 18mila unità rispetto al 2017. Il minimo storico dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Nel corso del 2018 la differenza tra nati e morti è negativa in tutt’Italia, -193mila unità, eccezion fatta per Bolzano: «Il tasso di crescita naturale si attesta a -3,2 per mille e varia dal +1,7 per mille di Bolzano al -8,5 per mille della Liguria. Anche Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Molise presentano decrementi naturali particolarmente accentuati, superiori al 5 per mille», spiega l’Istituto.  Il deficit di nascite rispetto ai decessi si riscontra esclusivamente nella popolazione di cittadinanza italiana (-251 mila). Per la popolazione straniera il saldo naturale è ampiamente positivo (+57.554). Infine sono 157mila le persone che nel 2018 hanno lasciato il nostro Paese, 2mila in più rispetto al 2017.

Istat

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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