In questi giorni sui nostri schermi televisivi, in ogni casa, è comparsa la pubblicità di un famoso olio di semi di cui, da decenni, si “narrano” gli straordinari benefici per la nostra salute, la sua particolare qualità organolettica, e specificamente si raccomanda come coadiuvante nella quotidiana battaglia contro il colesterolo.
La grande maggioranza degli oli vegetali, il cosiddetto olio di semi, in commercio, e la totalità di quelli utilizzati dall’industria alimentare sono ottenuti con il processo di raffinazione. Ma non hanno alcun obbligo di dichiararlo né di apporre una etichetta sulla confezione in cui sia descritto il contenuto o almeno gli ingredienti che concorrono al processo di produzione.
Un processo che distrugge le sostanze naturalmente nutrienti presenti nei semi, cancellando ogni caratteristica positiva per la salute, e dandoci un grasso inutile in quanto, oltre ad essere privo di sostanze benefiche, è quasi insapore.
I semi dai quali si vuole estrarre l’olio vengono tritati, messi in un bagno di esano o eptano (due idrocarburi altamente infiammabili) e posti in agitazione. Dopo aver separato l’insieme “olio – solvente” da ciò che resta del seme, il solvente viene rimosso per evaporazione a una temperatura di 150 gradi.
Questa fase del processo rimuove alcuni composti simili alle fibre, i carboidrati complessi, alcuni composti simili alle proteine, e i fosfolipidi. La degommazione rimuove la clorofilla, oltre ai minerali (calcio, ferro, magnesio e rame). Questo processo è eseguito a 60 gradi circa.
L’olio viene miscelato con soda caustica, oppure con una miscela di soda caustica e carbonato di sodio. Questi composti ne abbassano l’acidità a un livello adatto per l’alimentazione umana.
Questo processo, che avviene a circa 75 gradi, rimuove gli acidi grassi liberi dall’olio, ma rimuove anche fosfolipidi e minerali. L’olio mantiene ancora pigmenti, che gli fanno assumere un colore giallo.
L’olio viene trattato con filtri per 15 – 30 minuti a 110 gradi, per rimuovere tutti i pigmenti (clorofilla e betacarotene). Vengono anche rimosse sostanze aromatiche naturali. Durante questo processo, gli acidi grassi essenziali vengono alterati (si formano perossidi e acidi grassi coniugati).
L’olio viene distillato a vapore a 270 gradi, sotto pressione e in assenza di aria, per 30/60 minuti. Vengono rimosse sostanze aromatiche, acidi grassi liberi, e molecole (generate dai processi precedenti) che danno un sapore sgradevole all’olio. In questo processo si formano gli acidi grassi “trans” nella misura del 5% circa. I tocoferoli (vitamina E), i fitosteroli e alcuni residui tossici (pesticidi e tossine) sono rimossi.
L’olio è inodore, insapore, incolore ed è pronto per essere utilizzato direttamente dal consumatore, oppure per essere messo negli alimenti che contengono la dicitura “olii vegetali” negli ingredienti.
Ma anche se l’olio fosse di girasole, di arachide o di qualsiasi altro seme, se non è indicato chiaramente che è stato estratto meccanicamente vuol dire che ha subito tutti i processi della raffinazione.
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