Nel nostro consueto appuntamento settimanale quest’oggi siamo in compagnia dell’artista Marco Tidu, nato nel 1964 a Padova città in cui attualmente vive e lavora.
Un percorso artistico in cui, da auotodidatta, esplora più generi con sperimentazioni ed approfondimenti che al presente mostrano una ricerca incentrata sul figurativo ipperealistico. Una collocazione labile e mutevole poiché da una attenta analisi delle opere realizzate nel corso degli ultimi anni, si notano inclinazioni verso il surrealismo ed il metafisico. Tra i soggetti rappresentati figure umane non di rado collocate in ambientazioni singolari, nature morte su cui s’irradia una luce diafana, reperti classici allegorici. Un percorso interessato da una sperimentazione costante di tecniche quali carboncino, grafite e pigmenti su carta o cartoncino, in cui l’artista dimostra un talento smisurato ed un’attenzione infinita e minuziosa al dettaglio che si traduce in opere di spessore. La particolarità risiede nel superamento dell’iperrealismo fine a se stesso, poiché si rintraccia nei suoi lavori un tratto personale sensibile ed evocativo del bello, il fuitore pertanto è coinvolto in una lettura emozionale quale naturale prosieguo del sentire stesso dell’artista. I soggetti di Marco Tidu conservano memoria di interrogativi irrisolti, rilfessioni arcaiche ed aspetti esoterici di derivazione filosofica. Una ricerca costante sulla vita interiore dell’Uomo e del suo rapporto con la sfera spirituale.
L’opera che scelgo s’intitola “Cosmogonica” appartente ad un ciclo prettamente figurativo.
L’occhio dello spettatore, guidato da un sapiente gioco di luci ed ombre, è accompagnato nel punto nodale dell’intero lavoro: il volto del soggetto femminile che occupa fisicamente e simbolicamente lo spazio celestiale. Si compie la nascita stessa dell’universo, assistiamo al passaggio cardine dal caos al cosmo, in una separazione ed elevazione ad altro, distinto dal precedente, terra e cielo si separano e la figura femminile entra in connessione con le stelle, inciso ripreso nel monile da ella indossato. Pulizia stilistica e rigore rendono “Cosmogonica” fluttuante ma al contempo guida e protagonista, una intuizione significante che coinvolge empaticamente lo spettatore.
La tecnica, trattasi di sanguigne, carboncino, pigmento ed acrilico su cartoncino impermeabilizzato con vernice finale satinata. Dimensione 80 x 95 cm.
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