Sfogliando il New York Times del 12/06/2020
Associazioni sportive chiedono ai tifosi di non usare bandiere federali; il Pentagono e qualche senatore repubblicano sono disposti a cambiare il nome di alcune basi militari; grandi industrie si schierano contro l’ingiustizia razziale; la maggioranza anche dei conservatori riconosce qualche giustificazione alle marce di protesta. Eppure, con l’opinione pubblica cambiando rapidamente sul razzismo in America, c’e’ ancora una stella che brilla al contrario: il presidente. Che suggerisca di sparare ai dimostranti o di scatenargli contro i cani, che difenda i nomi della basi o che dica che i suoi sostenitori “amano la gente di colore”, Trump sembra sempre piu’ una reliquia culturale, distaccata non solo dai dimostranti nelle strade, ma anche dal paese politicamente di centro e persino da molti alleati repubblicani e i suoi stessi leaders militari.
Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…
L'otite è un'infiammazione che può colpire diverse parti dell'orecchio, tra cui l'orecchio esterno (otite esterna),…
Il consiglio di lettura di oggi è “Frontiera” di Francesco Costa,《un libro frastagliato e non…
Le auto moderne sono dotate di una serie di sistemi volti a proteggere il conducente…
L’almanacco di Naval Ravikant è una raccolta dei pensieri, dei twits, delle interviste dell’autore incastonate…
Greg Hoffman è un brand leader a livello globale, ex Chief Marketing Officer di NIKE,…