Sfogliando il New York Times del 12/06/2020
Associazioni sportive chiedono ai tifosi di non usare bandiere federali; il Pentagono e qualche senatore repubblicano sono disposti a cambiare il nome di alcune basi militari; grandi industrie si schierano contro l’ingiustizia razziale; la maggioranza anche dei conservatori riconosce qualche giustificazione alle marce di protesta. Eppure, con l’opinione pubblica cambiando rapidamente sul razzismo in America, c’e’ ancora una stella che brilla al contrario: il presidente. Che suggerisca di sparare ai dimostranti o di scatenargli contro i cani, che difenda i nomi della basi o che dica che i suoi sostenitori “amano la gente di colore”, Trump sembra sempre piu’ una reliquia culturale, distaccata non solo dai dimostranti nelle strade, ma anche dal paese politicamente di centro e persino da molti alleati repubblicani e i suoi stessi leaders militari.
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