Diario Scomodo

Non è leale continuare a far politica col paese al tappeto e il governo impegnato in una guerra contro la morte

Stimo molto Mario Draghi. Tanto da essermi stupito che, alla formazione del governo, nessuno l’abbia proposto come Ministro dell’Economia. Forse perché considerata una diminutio per chi ha gestito Bankitalia e BCE. Questa è la logica di un potere minore che il Coronavirus ha già cancellato. Ora, però, non c’è bisogno di lui. Non sappiamo se è in grado di sostenere il ruolo di premier in questa situazione che è più sanitaria che economica. Per di più sarebbe uno schiaffo che Conte non merita, essendosi comportato come pochi altri avrebbero saputo. Ai soldi penseremo una volta salvi.

Uomini e donne innamorati in crisi d’astinenza e intere famiglie senza reddito

Nonostante la solerzia e l’impegno esemplare del premier, il governo ha dimenticato di indennizzare due benemerite categorie che prosperano da sempre in Italia. Si è pensato persino di alle baby-sitter ma non agli amanti e ai ladri, povera gente chiusi in casa come persone morigerate e oneste. Vergogna! Nemmeno con l’autocertificazione possono uscire, pur trattandosi di esigenze di necessità e/o lavorative. Le loro situazioni non sono previste dal decreto relativo alla prevenzione. Tre sindacati si sono offerti di intercedere. Per carità, aggraverebbero come sempre la situazione.

Il corpo sanitario allo stremo delle forze, migliaia di morti e moribondi, minacciare lo sciopero è ignobile

Quotidiani e talk show che dovrebbero essere indipendenti, sono continuamente alla ricerca dello scandalo, e sperano di trovare la falla nei provvedimenti del governo. Che in questo momento drammatico e particolarmente difficile sembra obiettivamente agire in maniera saggia e equilibrata. Pur di rendere più interessante il dibattito e mendicare ascolti e lettori dimenticano che anche loro che dirigono, scrivono e conducono, sono coinvolti, assieme ai familiari, nell’angoscia che tutti stiamo vivendo. Chissà se prima o poi si ricorderanno qual è, invece, il ruolo dell’informazione.

Anche nelle tragedie a guadagnarci sono sempre gli stessi. Ecco perché 25 miliardi euro sembrano pochi

Ho fatto uno strano sogno del tutto irreale. Anziché i lavoratori singolarmente, lo stato sovvenzionava gli imprenditori, che a loro volta dovevano distribuire il sussidio ai dipendenti. Gli davano pochi soldi. Molti addirittura erano licenziati. Niente a quelli in nero che non figurano in organico. Eppure sono tanti e debbono vivere. È capitato lo stesso con le popolazioni africane e con i Rom. Se i tanti miliardi di dollari che ricevono da 70 anni da diverse istituzioni gli fossero indirizzate personalmente, sarebbero tutti ricchi. Invece sono sempre nella merda. Ad arricchirsi sono i governanti.

Un tempo eravamo tutti Charlie Hebdo, adesso molti sono italiani

La ruota della vita gira come una giostra. Il successo, se c’è il merito, prima o poi arriva. Ci voleva il Covid-19 perché il mondo riconoscesse il valore del nostro paese. Ma non sarà la sola sorpresa. Quando finirà la pandemia e torneremo alla normalità, nulla sarà più come prima. Dopo la guerra – e questa lo è – scompaiono gli incapaci e i millantatori. Per la ricostruzione del paese, che i contagi distruggeranno economicamente, ci vorranno i migliori. Gli altri spariranno. Non ci sarà più spazio per facinorosi e ragazzini sprovveduti. La calamità così luttuosa si rivelerà forse provvidenziale.

Ci illudevamo che il pericolo eliminasse almeno qualche difetto italico

Magia del Coronavirus. La paura neutralizza la criminalità, mette persino fine alle guerre e ai dissidi familiari, ma non all’avidità, che sopravvivrà alle sofferenze e ai lutti. Mentre la gente muore a migliaia, non si fa che parlare di crisi economica e risparmi in pericolo. La Borsa è più importante della vita. Per aumentare i disagi forse chiuderanno anche i distributori di benzina. Molti si rivelano complottisti. Il virus è creato in laboratorio dalla CIA per fare un dispetto alla Cina o da Francia e Germania per impoverirci. Creandosi questi fantasmi passano il tempo gli italiani costretti in casa.

Seppure l’epidemia ci costringa a casa, non si leggono più quotidiani né settimanali, le tirature sono dimezzate

Il web fagocita anche la carta. Molte edicole chiudono. Anziché suggerire direttori creativi e giornalisti indipendenti, si auspica l’intervento del governo per fermare l’emorragia di lettori. Non essendoci idee, indispensabili soprattutto in tempo di crisi, si ricorre alle banalità e agli scandali. Meglio ancora passare sul libro paga di un partito. Si rimpiangono gli editori puri di un tempo il cui solo interesse erano le vendite e la pubblicità. Non ce ne sono più. Tanto, il giornale serve per sostenere altre attività. Quindi è più apprezzato il mediocre che si può manovrare. Che importa la qualità?

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Roberto Tumbarello

Roberto Tumbarello, giornalista professionista, laureato in Giurisprudenza, ha tre figli e sei nipoti. Medaglia “pro merito” del Consiglio d’Europa, di cui è stato portavoce in Italia per tanti anni, è esperto in Comunicazione e Diritti umani. È stato redattore e inviato speciale di diversi quotidiani e periodici a vasta tiratura. Ha chiuso la carriera come direttore del “Giornale di Napoli”. Tra le sue ultime pubblicazioni di successo: “Gesù era di destra o di sinistra?” (Sapere 2000, 2009), “Si salvi chi può” (Edizioni Radici, 2012), “O la borsa o la vita” (Armando, 2014), "Viaggio nella vita" (Armando 2017), attualmente in libreria.

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