Stimo molto Mario Draghi. Tanto da essermi stupito che, alla formazione del governo, nessuno l’abbia proposto come Ministro dell’Economia. Forse perché considerata una diminutio per chi ha gestito Bankitalia e BCE. Questa è la logica di un potere minore che il Coronavirus ha già cancellato. Ora, però, non c’è bisogno di lui. Non sappiamo se è in grado di sostenere il ruolo di premier in questa situazione che è più sanitaria che economica. Per di più sarebbe uno schiaffo che Conte non merita, essendosi comportato come pochi altri avrebbero saputo. Ai soldi penseremo una volta salvi.
Nonostante la solerzia e l’impegno esemplare del premier, il governo ha dimenticato di indennizzare due benemerite categorie che prosperano da sempre in Italia. Si è pensato persino di alle baby-sitter ma non agli amanti e ai ladri, povera gente chiusi in casa come persone morigerate e oneste. Vergogna! Nemmeno con l’autocertificazione possono uscire, pur trattandosi di esigenze di necessità e/o lavorative. Le loro situazioni non sono previste dal decreto relativo alla prevenzione. Tre sindacati si sono offerti di intercedere. Per carità, aggraverebbero come sempre la situazione.
Quotidiani e talk show che dovrebbero essere indipendenti, sono continuamente alla ricerca dello scandalo, e sperano di trovare la falla nei provvedimenti del governo. Che in questo momento drammatico e particolarmente difficile sembra obiettivamente agire in maniera saggia e equilibrata. Pur di rendere più interessante il dibattito e mendicare ascolti e lettori dimenticano che anche loro che dirigono, scrivono e conducono, sono coinvolti, assieme ai familiari, nell’angoscia che tutti stiamo vivendo. Chissà se prima o poi si ricorderanno qual è, invece, il ruolo dell’informazione.
Ho fatto uno strano sogno del tutto irreale. Anziché i lavoratori singolarmente, lo stato sovvenzionava gli imprenditori, che a loro volta dovevano distribuire il sussidio ai dipendenti. Gli davano pochi soldi. Molti addirittura erano licenziati. Niente a quelli in nero che non figurano in organico. Eppure sono tanti e debbono vivere. È capitato lo stesso con le popolazioni africane e con i Rom. Se i tanti miliardi di dollari che ricevono da 70 anni da diverse istituzioni gli fossero indirizzate personalmente, sarebbero tutti ricchi. Invece sono sempre nella merda. Ad arricchirsi sono i governanti.
La ruota della vita gira come una giostra. Il successo, se c’è il merito, prima o poi arriva. Ci voleva il Covid-19 perché il mondo riconoscesse il valore del nostro paese. Ma non sarà la sola sorpresa. Quando finirà la pandemia e torneremo alla normalità, nulla sarà più come prima. Dopo la guerra – e questa lo è – scompaiono gli incapaci e i millantatori. Per la ricostruzione del paese, che i contagi distruggeranno economicamente, ci vorranno i migliori. Gli altri spariranno. Non ci sarà più spazio per facinorosi e ragazzini sprovveduti. La calamità così luttuosa si rivelerà forse provvidenziale.
Magia del Coronavirus. La paura neutralizza la criminalità, mette persino fine alle guerre e ai dissidi familiari, ma non all’avidità, che sopravvivrà alle sofferenze e ai lutti. Mentre la gente muore a migliaia, non si fa che parlare di crisi economica e risparmi in pericolo. La Borsa è più importante della vita. Per aumentare i disagi forse chiuderanno anche i distributori di benzina. Molti si rivelano complottisti. Il virus è creato in laboratorio dalla CIA per fare un dispetto alla Cina o da Francia e Germania per impoverirci. Creandosi questi fantasmi passano il tempo gli italiani costretti in casa.
Il web fagocita anche la carta. Molte edicole chiudono. Anziché suggerire direttori creativi e giornalisti indipendenti, si auspica l’intervento del governo per fermare l’emorragia di lettori. Non essendoci idee, indispensabili soprattutto in tempo di crisi, si ricorre alle banalità e agli scandali. Meglio ancora passare sul libro paga di un partito. Si rimpiangono gli editori puri di un tempo il cui solo interesse erano le vendite e la pubblicità. Non ce ne sono più. Tanto, il giornale serve per sostenere altre attività. Quindi è più apprezzato il mediocre che si può manovrare. Che importa la qualità?
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